Giulianova. Raffica di controlli nel campo degli affitti in nero sulla costa teramana.
La Compagnia della Guardia di Finanza di Giulianova ha svolto interventi a tappeto nell’area costiero balneare al fine di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, correlata agli affitti in nero, che aumentano esponenzialmente nel periodo estivo nei principali centri balneari della costa teramana.
In particolare, sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle giuliesi, al comando del Capitano Sara Venturoni, sono finiti i proprietari di seconde e terze case che le hanno concesso in affitto ai turisti, percependo i relativi introiti, senza dichiararli, in violazione della normativa tributaria e in danno agli operatori turistici rispettosi delle regole e del fisco.
I controlli fiscali hanno permesso di scoprire numerosi appartamenti, affittati in ‘nero’ senza attività di intermediazione immobiliare, per un totale di oltre 110 mila euro di redditi sottratti a tassazione.
Il servizio trae origine dalla costante attività di controllo del territorio finalizzata al contrasto dell’evasione fiscale e sviluppata attraverso l’analisi del patrimonio informativo contenuto nelle molteplici banche dati in uso al Corpo, alle indagini effettuate giornalmente sul territorio per la ricerca di locatari in assenza di contratto registrato, nonché alla preziosa collaborazione di onesti cittadini che hanno contribuito alla scoperta degli illeciti tributari.
Grazie ai controlli capillari sul territorio e presso le abitazioni dove si trovano gli inquilini, sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza diversi privati cittadini locatori – evasori totali: l’accordo con l’affittuario non veniva registrato ed il compenso era completamente in nero.
In un caso, invece, il proprietario dell’immobile, d’intesa con l’inquilino, faceva figurare sul contratto un importo più basso, ovviamente per versare meno tasse all’Erario, mentre la rimanente parte del pattuito veniva consegnata a mano, in contanti.
Le indagini ed i controlli fiscali fatti a partire dal mese di giugno hanno fatto emergere quindi una rilevante evasione fiscale realizzata attraverso affitti non regolari, evidenziando casi eclatanti come quello di un soggetto italiano residente all’estero che ha locato in nero 4 immobili dal 2013 ad oggi a più persone omettendo di dichiarare al fisco oltre 75mila euro di reddito.
Complessivamente, sono stati riscostruiti e fatti emergere, come detto, 110.000 euro di redditi derivanti da canoni di locazione, non dichiarati ed evasi al Fisco, nonché il mancato versamento dell’imposta di registro.
Il contrasto al sommerso e all’evasione fiscale costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, non solo per i profili strettamente connessi al recupero dei tributi sottratti al bilancio dello Stato e degli enti locali, ma anche perché consente di arginare la diffusione dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela di coloro che operano nella piena e completa osservanza della legge e le cui prospettive di sviluppo sul mercato sono seriamente compromesse da chi svolge “attività in nero”.