“Si è conclusa poco fa l’audizione di comitati ed associazioni in Consiglio Regionale presso la seconda commissione presieduta dal Presidente Pietrucci. Per la Giunta Regionale era presente il vicepresidente Lolli”, a dirlo è la Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso che fa sapere di “aver consegnato copia dell’ultimo esposto depositato in Procura ed evidenziato le molteplici inadempienze ed omissioni che hanno contraddistinto la vicenda”.
Finalmente abbiamo appreso da Lolli che il tema dell’allontanamento delle sostanze chimiche pericolose, 2.292 tonnellate (1.000 di acqua ragia nell’esperimento LVD e 1.292 di trimetilbenzene dell’esperimento Borexino) è stato posto formalmente dalla Regione ai laboratori di fisica. Dopo quasi due anni di iniziative sul tema da parte dei cittadini anche gli enti hanno capito che non è possibile insistere in una palese violazione di legge.
“Altro aspetto fondamentale emerso oggi è il riconoscimento, richiesto anch’esso a gran voce dalla Mobilitazione, che il Gran Sasso deve essere visto come un unicum dal punto di vista idrogeologico, un’unità di gestione. Quindi tutta la storia dei 200 metri non ha ragion d’essere e va superata ampliando per chilometri le aree di rispetto attorno alle captazioni in cui non possono insistere centri di pericolo.
Infine Lolli ha chiarito il percorso che la regione intende attuare per il finanziamento degli interventi infrastrutturali, per i quali è indispensabile l’intervento dello Stato in considerazione dei costi, escludendo comunque nuove perforazioni ed interventi invasivi.
Inoltre ha precisato che da oggi gli studi e i documenti progettuali sono pubblici. Pertanto come Mobilitazione daremo ulteriori elementi di merito non appena avremo letto la documentazione. I consiglieri hanno evidenziato l’importanza di assicurare trasparenza e partecipazione dei cittadini, altro aspetto fondamentale.
Ci pare che finalmente almeno le principali questioni siano state messe a fuoco, ora bisogna operare nella direzione indicata. Sarà un percorso faticoso che durerà anni. Per questo la Mobilitazione continuerà a dare il suo contributo in ogni sede per tutelare l’acqua di 700.000 cittadini e un patrimonio ambientale unico”.
Entusiasmo anche dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso (WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI)
È stata una riunione molto utile e proficua che ha permesso ai rappresentanti dell’Osservatorio di ripercorrere quanto è accaduto fino ad oggi e di ribadire le richieste che da tempo sono state avanzate circa la messa in sicurezza del Gran Sasso. Ci sono degli importanti segnali di novità: si è preso atto della reale situazione altamente problematica del sistema Gran Sasso a causa dell’interferenza dei Laboratori e delle gallerie autostradali sull’acquifero. Si sono evidenziate le mancanze che fino ad oggi hanno caratterizzato la gestione di questa problematica e i ritardi accumulati dai vari Enti. Si è concordato come le ipotesi progettuali presentate da INFN e Strada dei Parchi, ancora in fase di definizione, saranno accettate solo se avranno l’obiettivo della messa in sicurezza definitiva dell’acquifero, evitando qualsiasi idea di nuovo traforo.
Inoltre, continua l’Osservatorio, il Vicepresidente Lolli ha dichiarato la disponibilità di aprire la “Commissione per la gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso” alla partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni, qualora vi fosse un’indicazione in tal senso del Consiglio regionale. È un cambio di rotta da tanto tempo atteso: si è concordato con il Presidente Pietrucci che nei prossimi giorni si procederà a individuare le modalità di partecipazione alla Commissione. Il Vicepresidente Lolli ha anche evidenziato che, come le Associazioni chiedono da sempre, è stato richiesto all’INFN di presentare un cronoprogramma per l’eliminazione delle sostanze pericolose rispetto all’acquifero stoccate nei Laboratori e che è intenzione dalla Regione di non cedere assolutamente su questo punto indispensabile al fine di garantire il rispetto della normativa vigente che attualmente è largamente disattesa. Il Presidente Pietrucci, infine, nel ringraziare l’Osservatorio del lavoro svolto, ha affermato la piena disponibilità di tutta la Commissione a proseguire nel confronto avviato, facendosi garante del coinvolgimento delle Associazioni.
Per l’Osservatorio oggi sono stati fatti dei passi avanti importanti. Quanto sostenuto dalle Associazioni sembra essere finalmente patrimonio comune della principale Istituzione regionale. Ovviamente attendiamo però gli atti concreti che daranno effettivamente la misura delle intenzioni della Regione Abruzzo con la quale l’Osservatorio ha sempre chiesto di collaborare.
Riccardo Mercante (M5S)
Il Consigliere regionale, dopo avere palesato a chiare lettere il rammarico per la lunga attesa prima di giungere all’incontro odierno, ha spiegato e rimarcato la centralità della questione più volte sottoposta all’attenzione della Regione e la necessità di garantire maggiore trasparenza da parte dell’ente a tutte le iniziative che potrebbero coinvolgere il patrimonio acquifero. Ad oggi manca tra l’altro ancora la garanzia della partecipazione dei cittadini alle questioni che coinvolgono un bene primario per il territorio come l’acqua. Dal canto suo, il vicepresidente Giovanni Lolli ha garantito maggiore trasparenza per le operazioni future ed ha prospettato un piano analitico che dovrà essere messo in atto nei prossimi anni volto a garantire la salute degli abruzzesi.
A conclusione dei lavori della Commissione Mercante dichiara “sono molto soddisfatto per l’audizione odierna auspicando che incontri come quelli di oggi ce ne siano tanti altri e più frequenti in modo da relazionare con costanza l’avanzamento dei lavori oggi illustrati dal governo regionale e garantire la più ampia partecipazione e condivisione possibile. L’unico modo questo per raggiungere efficacemente l’obiettivo principale, ovvero la messa in sicurezza di tutto il sistema acquifero del Gran Sasso che disseta 700.000 abruzzesi”.