Si prospetta un Natale senza soldi per molti operai ex Sogesa. Dopo il licenziamento da parte della curatela fallimentare e soprattutto dopo che l’Inps dallo scorso mese di marzo ancora non provvede ad erogare le mensilità legate alla Cassa Integrazione, molti operai, soprattutto quelli che garantivano l’unico reddito in famiglia, sono allo stremo.
C’è chi ha perso la casa non essendo più riuscito a pagare il mutuo, chi è costretto a chiedere un aiuto ad amici e parenti per garantire pane e latte, il minimo indispensabile. E tutto questo mentre dal fallimento della Sogesa, il vecchio braccio operativo del Cirsu, sono state accantonate somme per circa un milione e 200mila euro, da destinare in parte per il pagamento del trattamento di fine rapporto degli operai. C’è chi deve percepire, escludendo le mensilità arretrate, 10mila euro, chi anche 20mila euro.
Una situazione al limite della drammaticità. Da due giorni è ripresa la battaglia degli operai ex Sogesa, con picchetto dinanzi all’ingresso dello stradone che porta agli impianti di Grasciano. I lavoratori si rivolgono al nuovo presidente della provincia Renzo Di Sabatino chiedendo la convocazione di un tavolo che preveda la partecipazione di tutti i sindaci dell’area Cirsu e dell’intero comprensorio teramano. Perché se è vero che Di Sabatino vuole portare avanti il piano che preveda il gestore unico dei rifiuti, è altrettanto vero che non bisogna perdere altro tempo.
Al presidente Di Sabatino verrà inoltre chiesta un’azione per sbloccare i fondi della curatela fallimentare della Sogesa per fare in modo che i crediti vantati dagli operai possano essere finalmente pagati, dando la possibilità a molte famiglie di far fronte alle gravi difficoltà economiche in cui attualmente si trovano.