La Tercas passa nelle mani della Popolare di Bari. Rabbia tra gli azionisti

assemblea tercasTeramo. In una tranquilla (si fa per dire) mattina di fine luglio si scrive la storia ed il destino prossimo venturo di Banca Tercas. L’istituto di credito di Corso San Giorgio è infatti passato ufficialmente nelle mani della Banca Popolare di Bari al termine dell’assemblea che si è svolta questa mattina nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo.

 

La delibera è stata approvata con 31 voti favorevoli, 31 astenuti e 26 contrari (88 soci gli aventi diritto). E se gli azionisti presenti attendono pazienti la lettura di una relazione che contiene due anni di commissariamento da parte del commissario Riccardo Sora, quando è il loro turno di poter prendere la parola (secondo degli interventi prestabiliti) non le mandano a dire. “Questa non è un’assemblea, ma un funerale – afferma l’azionista Ciampani – Muore la politica teramana che non è riuscita a salvaguardare il nostro patrimonio. Noi abbiamo perso tutto quello che avevamo (frase accolta dagli applausi; ndg). E’ impossibile che nessuno abbia visto nulla. Vergogna, vergogna, vergogna”. Gli fa eco Gabriele Di Teodoro: “E’ tutto conseguenza di un disegno di un personaggio inqualificabile, nella più totale assenza istituzionale. Se al commissario è bastato poco per accorgersi quanto fosse accaduto, a Teramo nessuno si è accorto della situazione. Siamo nel bel mezzo di un’istruttoria per associazione a delinquere (e lo dice con la voce rotta dall’emozione; ndg), perché noi azionisti dobbiamo perdere tutto?”. E rivolto a Sora: “Le ho chiesto due volte di ricevermi, perché non lo ha fatto?”. Prende la parola anche l’ex vice direttore generale della Tercas Berardo Vallarola: “Quando la lasciai io, nel ’95, era tra le banche più floride d’Italia. Per fare banca ci vuole capacità, competenza ed onestà. Oggi celebriamo il funerale della banca e la Fondazione che fine farà? Cosa ci fa con l’8% di partecipazioni?”. Va giù pesante anche Creval, Banca del Credito Valtellinese: “La nostra banca ha perso 50 milioni di euro avendo partecipazioni in Tercas”, ha spiegato Ugo Colombo. 

Al momento del commissariamento, ha spiegato il commissario Sora, la Tercas aveva un indebitamento verso la Banca Centrale Europea pari a 655 milioni di euro. La proposta di ricapitalizzazione della Popolare di Bari che ha sottoscritto l’intero aumento di capitale sociale pari a 230 milioni di azioni dal valore di un euro, era già realtà al momento del “sì” del presidente della Fondazione Tercas Mario Nuzzo, che deteneva il 65% del vecchio capitale sociale dell’istituto. Teramo perde così il suo istituto di credito, la Popolare di Bari ne acquista due (Tercas e Caripe), gli azionisti, come dirà qualcuno, se ne vanno con una mano davanti ed una dietro.

FEDERCONSUMATORI: “UN DELITTO”

Non si è fatta attendere la reazione di Federconsumatori Abruzzo, che “prende atto dell’esito, scontato, dell’odierna Assemblea dei soci di Banca Tercas e denuncia che tale esito produce un delitto (in termini sostanziali e non formali) nei confronti di centinaia e centinaia di risparmiatori che avevano investito i propri risparmi (in molti casi i risparmi di una vita) nelle azioni dell’Istituto. Non avendo potuto prendere parola nell’Assemblea (lo Statuto non lo consentiva), pur rappresentando gli interessi di 260 piccoli azionisti associati, Federconsumatori Abruzzo ribadisce che non è stata garantita la necessaria trasparenza sulle modalità con le quali, nel periodo 2006-2011, è stato effettuato il collocamento dei titoli azionari e ritiene che nella fase commissariale non è stata effettuata un’indagine sufficientemente rigorosa, con particolare riferimento ai casi che sono oggetto del procedimento sanzionatorio attivato dalla CONSOB nel 2013 ai sensi degli articoli 190 e 195 del Decreto Legislativo n. 58 del 1998 (è il caso delle azioni vendute come pronti contro termine)”. E continua: “A questo punto promuoverà con accresciuta determinazione le azioni di tutela già avviate. Nei primi 76 casi esaminati dai nostri consulenti, in ben 68 casi (oltre 89 %) si registrano irregolarità e criticità che suggeriscono l’attivazione di azioni giudiziarie, basate sulle norme che tutelano i risparmiatori nei mercati azionari. Nessuno dimentichi che quelle centinaia di piccoli azionisti sono la migliore clientela storica della Banca e che un lungo conflitto potrebbe produrre danni notevoli (forse irreparabili) ad un Istituto che, invece, speriamo possa tornare ad essere un punto di riferimento essenziale per le famiglie, le imprese, l’intero territorio abruzzese”.

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