Teramo. La Gran Sasso Teramano è una società in liquidazione e per legge non può, in questa fase della procedura, pagare alcun debitore tanto più che sono in corso i bandi per la vendita del patrimonio immobiliare. I debiti della società sono riconosciuti e certificati ma non essendoci liquidità di cassa non possono essere onorati. Nemmeno i debiti verso l’Amministrazione separata di Pietracamela, socia della Gran Sasso, che ha presentato un decreto ingiuntivo per i canoni pregressi e ritirato il contratto di concessione dei terreni. Gli impianti di risalita e la cabinovia insistono sui terreni di proprietà dell’Asbuc e la risoluzione del contratto di concessione da parte di quest’ultima ha fatto scattare il procedimento amministrativo da parte degli Uffici regionali che hanno avviato la procedura per la revoca dell’autorizzazione al pubblico esercizio degli impianti di risalita e della cabinovia. In piena estate e con un flusso turistico in crescita.
Una situazione complessa che questa mattina è stata analizzata a fondo nel corso di una riunione che si è svolta in Provincia e che ha visto il contributo del sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale, Umberto de Annuntiis (la Regione è socia al 15% della Gran sasso teramano).
“Sul futuro della stazione turistica e sui piani di rilancio è aperto un altro tavolo che è quello dell’Assemblea dei Soci di cui tutti facciamo parte: conclusa questa fase e trovato il modo di ripianare i debiti, come abbiamo sempre detto, andremo ad una bando ultradecennale per la gestione degli impianti rimettendo nelle mani dell’intraprendenza privata la gestione” ha specificato il presidente Diego Di Bonaventura al termine della riunione alla quale sono intervenuti anche il vicepresidente Alessandro Recchiuti, il sindaco del Comune di Pietracamela, Michele Petraccia, il liquidatore della società, Gabriele Di Natale e Paride Tudisco presidente dell’amministrazione separata di Pietracamela che rivendica il pagamento del debito pregresso.
Accertata l’impossibilità, giuridica e finanziaria, di onorare, in questa fase, il debito verso l’Asbuc come verso chiunque altro, è stato chiesto a Paride Tudisco di tornare sui propri passi in attesa di portare a compimento tutte quelle azioni imposte dalla procedura di liquidazione e che la Provincia, insieme ai soci, sta regolarmente compiendo. “Ogni altro passaggio in questa fase porterebbe alla chiusura degli impianti e al fallimento della società: a quel punto tutti, compresa l’Amministrazione Separata, non solo non avrebbe speranza di recuperare il credito ma si troverebbe a far fronte a un debito in quanto socia della Gran Sasso. Va specificato che i debiti della società non sono dovuti ai costi di funzionamento ma alle sanzioni tributarie che datano qualche anno. Con pazienza e buon senso abbiamo convenuto tutti che l’obiettivo più importante è mantenere aperti gli impianti. Sono certo che i tecnici e i legali, pure loro al lavoro, sapranno trovare la giusta soluzione visto che la volontà istituzionale è chiara ed unanime”.
“Siamo seriamente preoccupati per quanto sta accadendo intorno agli impianti di risalita di Prati di Tivo e per come la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo stanno gestendo l’intera vicenda”. Questo il pensiero del Vice Capogruppo Regionale del Pd, Dino Pepe, e del Capogruppo di “Abruzzo in Comune”, Sandro Mariani, che chiedono certezze nell’immediato, visto che la stagione estiva è ormai nel vivo e sta facendo registrare incoraggianti numeri in crescita per l’intero comprensorio montano del teramano, ed una seria programmazione in vista del futuro. “Stiamo lavorando per portare questa problematica all’attenzione della Commissione Vigilanza al fine di approfondire ogni aspetto della vicenda e chiedere, al contempo, un impegno serio e concreto alla Regione Abruzzo” sottolinea Dino Pepe. “La comunità di Pietracamela e i turisti hanno necessità di avere risposte certe circa gli impianti e, senza dover attendere miracolose soluzioni calate dall’alto, Regione, Provincia, Comune di Pietracamela e gestore, assieme a tutte le parti interessate da questa spiacevole vicenda, devono sedersi attorno ad un tavolo ed iniziare seriamente a programmare il futuro degli impianti di Prati di Tivo disegnando una strategia di rilancio dell’intero comprensorio turistico montano che non può continuare a vivere alla giornata, sottoposto a continue turbolenze ed a scossoni che minano le certezze ed il futuro di quegli imprenditori che hanno puntato sulle potenzialità della nostra montagna”.
“Il centrodestra che guida la Provincia e la Regione si è contraddistinto finora solo per una serie di mirabolanti annunci, promesse di fantomatici fondi mai arrivati ed un piano di rilancio della nostra montagna rimasto, per ora, solo sulla carta, o meglio nei sogni di qualche Consigliere regionale a cui evidentemente l’alta quota dà alla testa” dichiara Sandro Mariani. “In concreto, al netto degli annunci e delle speranzose dichiarazioni del Presidente Di Bonaventura, e delle passerelle del Governatore Marsilio e dei suoi, di concreto restano solo i 4 milioni di euro ottenuti, grazie allo schema di convenzione con il MIT, dalla passata Giunta D’Alfonso che consentiranno, questi si, importanti interventi di consolidamento e adeguamento della viabilità della SP 43 per Prati di Tivo. Il resto sono solo “promesse da marinaio”, che in montagna non ci azzeccano nulla, e qualche “spicciolo” piovuto a mo’ di elemosina visto che i soldi veri li hanno destinati agli investimenti su altre aree montane abruzzesi più gradite al Governatore romano”.
“Auspichiamo che si apra un serio dibattito sul futuro della stazione dei Prati di Tivo e dei suoi impianti – concludono i due consigliere regionali di centrosinistra – in ballo c’è il futuro della nostra montagna e di un comprensorio che ha un valore troppo importante per la nostra provincia e non può più essere lasciato in balia degli eventi”.