L’uomo ha riportato un grave trauma cranico oltre ad altre ferite e si trova ricoverato in condizioni preoccupanti all’ospedale di Sant’Omero.
Dell’auto che lo ha travolto non c’e’ traccia: il conducente è fuggito senza prestare soccorso. Il caso è affidato ai carabinieri della stazione di Campli. A prestare soccorso all’uomo è stato il 118 partito dall’ospedale “Val Vibrata” di Sant’Omero.
Aggiornamento.
Morto in ospedale. E’ morto in ospedale per i gravi traumi riportati il ciclista investito. Si tratta di Renzo Lanci, 47 anni, agente di custodia di Teramo.Nel frattempo, l’investitore si è costiutito in caserma, a Bellante, accompagnato dai genitori.
E’ un giovane di Sant’Omero, P.D.F. 24 anni. Il giovane è stato denunciato con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
I carabinieri, infatti, lo hanno sottoposto al test dell’alcol, che ha dato esiti postivi, ossia al di sopra dei termini di legge. I due mezzi sono stati sequestrati su disposizione della procura.
Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT) esprime il proprio cordoglio ai familiari di Renzo Lanci, il ciclista investito da un auto mentre pedalava sulla SS17, nei pressi di Floriano di Campli: “La magistratura stabilirà le responsabilità, e non vogliamo commentare la dinamica dell’incidente, anche se le notizie che trapelano danno un quadro chiaro di cosa sia accaduto – dichiara il Coordinamento – vogliamo però sottolineare come davanti ad un evento drammatico, che coinvolge esseri umani ed i loro affetti, qualche imbecille non abbia trovato niente di meglio da fare che inneggiare, sulla pagina facebook che commentava la tragedia, alla strage di ciclisti, colpevoli, secondo queste menti malate, di intralciare il traffico e provocare incidenti”.
“Da sempre – continua il CCiclAT – chiediamo il rispetto delle regole del codice della strada e del buon senso, sia da parte dei ciclisti, che degli altri utenti della strada, siano essi pedoni, automobilisti, motociciclisti od altro. Ma al di là delle responsabilità personali, in una società autocentrica, non si può far finta di niente davanti alla strage continua che coinvolge soprattutto gli utenti più deboli, spesso per colpa di chi, alla guida di un qualsiasi mezzo, pensa che le regole ed il buon senso non valgano per se stesso”.
“Ma una grande responsabilità – conclude il Coordinamento – ce l’hanno anche le istituzioni: strade colabrodo, controlli inefficaci se non inesistenti, nessuna infrastruttura per pedoni e ciclisti, limiti di velocità obsoleti… Questi sono solo alcuni dei problemi che assillano la nostra viabilità. In altri paesi europei, a seguito dell’alta incidentalità, hanno da anni promosso politiche di moderazione del traffico e l’uso alternativo di mezzi pubblici e biciclette in ambito urbano ed extraurbano. Da noi, nonostante le innumerevoli sollecitazioni, l’approvazione di una legge regionale sulla mobilità ciclistica, l’approvazione di progetti specifici, si rischia, ogni giorno, di morire solo per aver voluto fare una passeggiata in bicicletta. Il sangue di tanti innocenti dovrebbe muovere le coscienze dei nostri amministratori, a tutti i livelli, perchè la mancanza di fondi non può giustificare la mancanza di sicurezza dei cittadini”.