Uncini, docente universitario all’Università di Chieti e la dottoressa Notturno, sua collaboratrice in Ateneo, dovranno ora provare ad evitare il rinvio a giudizio. Non solo questa vicenda è finita però sotto la lente di ingrandimento della Procura: le accuse per i due sono, a vario titolo, quelle di truffa, falso, concussione, usurpazione di funzioni pubbliche e tentato peculato. Uncini in particolare, secondo l’accusa, su 52 referti fittiziamente rilasciati (sono in totale 63) ed invece eseguiti secondo la Procura dalla ‘dottoressa fantasmaì, avrebbe in quel frangente in realtà svolto attività da libero professionista, eseguendo 75 visite ed 11 elettromiografie, per un totale di circa tredicimila euro, di cui quasi un 20% doveva essere versato alla Asl.
E non è finita perché, sempre secondo la ricostruzione del pm Rosati, con lo scopo di continuare ad assicurarsi le prestazioni professionali della dottoressa Notturno, l’ex primario avrebbe richiesto all’Università D’Annunzio di Chieti l’istituzione di un bando per l’assegnazione di un assegno di ricerca da circa 25mila euro, bando a cui la Notturno però non avrebbe potuto partecipare proprio perché finita sotto inchiesta. La Procura chiede il rinvio a giudizio per Uncini anche perché, nonostante la sospensione della Asl, il medico si sarebbe comunque recato in reparto un anno fa.
La vicenda è scattata nel novembre del 2012, in seguito ad un blitz dei Carabinieri nel reparto di Neurologia del Mazzini.