Montorio al Vomano. Gianni Di Centa è ormai l’ex segretario del Partito Democratico di Montorio al Vomano. Dall’esterno però il “dissidente” fa partire una denuncia forte nei confronti del partito. Come racconta Di Centa, domani è in programma un congresso del Partito.
«Chi ne è a conoscenza tra cittadini ed iscritti? – si chiede l’ex segretario – Dicono che è stata inviata una lettera di convocazione che non è ancora pervenuta, non vi è neanche uno straccio di manifesto che annunci l’iniziativa, un comunicato, un articolo di giornale. Non si è provveduto neanche a prenotare uno spazio adeguato ad ospitare un Congresso del Pd. La riunione si terrà in una stanzetta, gentilmente messa a disposizione dal centro di aggregazione, la sala pittura». Di Centa prosegue nel denunciare un Partito sostanzialmente fermo nelle idee e nelle iniziative: «Dal giorno in cui mi sono dimesso da segretario, il direttorio che si è insediato non ha brillato certo per iniziative o aperture di discussione. Silenzio assoluto. Ci si è contati una volta per l’elezione del segretario provinciale, riservata agli iscritti, ci si è contati una seconda volta con l’elezione del segretario nazionale, aperta a tutti i cittadini. Ecco in cosa stanno trasformando la locale sezione del PD, un luogo idoneo esclusivamente a contarsi, dove non si discute di nulla, dove non si affronta un resoconto dell’amministrazione, dove non si parla di politica. Ma cosa accade nel silenzio? – prosegue Di Centa – Accade che quattro persone si incontrano e decidono la spartizione. Nell’era Renzi e dell’apertura del Pd alla società civile, alle forze produttive, sociali, culturali, questo avviene a Montorio. Una discussione basata solo sui numeri che ha visto come protagonisti: l’assessore alla Ricostruzione (che forse dovrebbe raccontare come mai nulla è accaduto in cinque anni), l’assessore al Bilancio (che forse dovrebbe spiegare ai cittadini le distorsioni della Tares), il presidente del BIM ed il capogruppo in consiglio Comunale (che rispondendo anche a telefonate provinciali hanno preso parte alla spartizione), il tutto con la benedizione del sindaco, chiamato a mediare nella Scelta. Non credo che il PD possa essere questo, che possa essere gestito in questo modo. Ci si riunisce in stanze sempre più strette, nascoste evitando contatti con la gente, con la cittadinanza, sperando nell’effetto benefico dei favori».