Le accuse vanno dal disturbo del riposo delle persone (la cosiddetta quiete notturna), l’organizzazione di spettacolo senza licenza, apertura abusiva di luoghi di intrattenimento per pubblico spettacolo in area privata e violazione dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Le undici persone finite nei guai, come detto, sono gli organizzatori e promotori della festa privata (nei guai sono finiti giovani di Tortoreto, Giulianova e Mosciano), che da 17 anni si svolge, a Ferragosto, nella villa del consigliere comunale e capogruppo di maggioranza, al Comune di Tortoreto, Antonio Di Giovanni (che in ogni caso non è coinvolto nella vicenda). Tutta l’indagine è nata la notte di Ferragosto, quando i centralini della compagnia dei carabinieri di Alba Adriatica e del 113, furono tempestati di telefonate da parte dei residenti del popoloso quartiere (la villa dove si svolge il Toga Party si trova all’incrocio tra la Statale 16 e via Aldo Moro), infastiditi dalla musica ad alto volume che proveniva dalla festa . Sul posto intervennero sia i carabinieri che una volante della polizia. Carabinieri e poliziotti, secondo quanto emerso dlal’indagine, nel chiedere agli organizzatori di abbassare il volume della musica, furono oggetto di invettive da parte di un discreto numero di partecipanti alla festa, che come di consueto si svolge sempre in costume romano (una toga per l’appunto). Le verifiche successive da parte dei carabinieri, hanno consentito di stabilire che per prendere parte alla festa bisognava pagare 20 euro e all’ingresso tutto era disciplinato dalla presenza della sicurezza. Oltre 600 i partecipanti alla festa privata. Diverse le anomalie emerse in fase di indagine, oltre alla violazione rappresentata dal disturbo della quiete pubblica, infatti, i carabinieri hanno accertato che nessuna autorizzazione era stata richiesta, in materia di pubblici spettacoli per l’evento musicale e d’intrattenimento, Così come il fatto di non aver chiesto ed ottenuto una cambio di destinazione d’uso, visto che la villa era stata trasformata in un sorta di locale d’intrattenimento all’aperto, dunque pubblico secondo i carabinieri, e che doveva essere sottoposto a tutte le autorizzazioni del caso con relative licenze. E dunque senza l’adozione delle misure di sicurezza previste per spettacoli e feste con un numero così elevato di partecipanti. I carabinieri hanno anche chiesto lumi alla Siae e pare che, nella circostanza, non erano state ottenute le licenze previste, aspetto questo che produrrà anche delle sanzioni di natura amministrativa. Va detto, che sulla vicenda del Toga Party (a quella festa era presente anche il sindaco di Tortoreto, Gino Monti), nella prossima seduta del consiglio comunale sarà anche presentata un’interrogazione consiliare da parte delle opposizioni.