Teramo. ” Equitalia non c’entra nulla e i fatti non si sono svolti a Teramo, sede nella quale lavoro da anni e dove c’è uno straordinario rapporto con i colleghi”.
Poteva essere una giornata ancora più felice, magari da condividere con i propri colleghi, ma la sentenza della Cassazione con la quale è stata riconosciuta illegittima la prassi della società esattrice e il mobbing nei confronti di un dipendente (A.P.), necessita di alcune puntualizazioni. Correzioni che fa lo stesso impiegato: ” La prassi non era quella dell’Agenzia di Teramo, dove anzi si lavora in maniera scrupolosa e non sono stato mobbizzato dai colleghi con i quali siedo vicino”: Tutta la trafila giudiziaria, infatti, si riferisce ad episodi iniziati oltre 15 anni fa, nella sede di Chieti di quella che si chiamava Serit, agenzia di riscossione poi inglobata da Equitalia. All’epoca, l’impiegato si era rifiutato di partecipare, come ha stabilito la Cassazione, al sistema delle false notifiche degli avvisi di morosità fiscale, che pare fossero di moda in quell’ufficio . Usanza alla quale aderiva tutto l’ufficio, tranne il dipendente ligio ed onesto. “La mia è stata una causa contro l’azienda, che era la Serit, e non con i colleghi”, racconta al telefono il dipendente onesto.