A portare al negativo giudizio nei confronti dell’Aeeg un episodio che vede proprio l’associazione protagonista di un ricorso, avvenuto nel 2011 e inoltrato allo Sportello del Consumatore, istituito dall’Autorità per i servizio elettrico e gas, presso l’Acquirente Unico, di cui ha avuto risposta soltanto un anno dopo.
Nel giugno del 2007 un utente di Castellalto, D.D., effettua il passaggio a un operatore per poi cambiarlo nuovamente nel maggio dell’anno successivo. Tutto nella norma, se non fosse che il precedente, da quel momento, ha continuato a emettere fatture fino al 2009, incurante delle innumerevoli richieste presentate nel frattempo dall’associato.
Nel 2010 è così intervenuta Robin Hood che ha contattato il vecchio operatore, il quale ha dichiarato di prendere in considerazione il reclamo e di garantire l’annullamento delle fatture successive alla data di ingresso del nuovo. La cosa, però, non è mai avvenuta. Da qui la decisione dell’associazione teramana di reclamare all’Autorità dell’Energia e del Gas attraverso lo Sportello del Consumatore.
“Nonostante le assicurazioni fornite dall’operatore dello Sportello del Consumatore alla nostra associazione – tuona in una nota il presidente Pasquale Di Ferdinando –, che si è scusato per il disallineamento della fatturazione e ha promesso di applicare l’indennizzo previsto per casi del genere, oltre che uno sconto di favore, non è mai avvenuto nulla di tutto ciò”.
Il 19 ottobre 2012 l’associazione ha pertanto segnalato questo inadempimento da parte del gestore e solo a distanza di un anno è giunta risposta, “pur con le scuse per il ritardo – precisa Di Ferdinando -, ma che segnala la loro impossibilità a seguire oltre il caso, che rimane quindi irrisolto. L’associazione Robin Hood chiede esterrefatta come sia possibile che la struttura deputata a tutelare i diritti del consumatore abbia dei tempi di risposta così lunghi”.
Non solo. Secondo Robin Hood, non è “tollerabile consentire che la società con la quale il consumatore ha interrotto i rapporti (e che ha ingiustamente continuato ad emettere fatture) debba essere poi paradossalmente rifatturate dalla nuova società di fornitura, con le relative nuove possibili ripercussioni sul consumatore, quali la messa in mora e il distacco. Chiede, infine, come mai (come succede invece nel caso della Telefonia e l’Autorità alle Comunicazioni) non venga introdotta una norma di tutela all’esito della definizione per casi in contestazione”.