L’uomo ha pianto, ha chiesto perdono e si è detto pentito per ciò che ha fatto. Ha anche precisato che con le figlie della donna non ha mai avuto problemi. Poi ha dato la sua versione dei fatti. Poco prima di sparare, l’uomo avrebbe sentito l’arrivo dell’Alfa 164 a bordo della quale c’era la 49enne dominicana e si sarebbe affacciato dalla cucina. Lei lo avrebbe insultato e lui, accecato dalla rabbia, avrebbe imbracciato il fucile sparando dalla finestra del bagno. Versione, la sua, che non ha trovato per ora riscontro. Saranno le figlie, probabilmente, a confermare, non appena saranno ascoltate, che nessun alterco avrebbe anticipato il delitto. Il legale dell’uomo, l’avvocato Cataldo Mariano, ha chiesto i domiciliari per il suo assistito in quanto non ci sarebbero i motivi cautelari.
“L’immagine che in questi giorni è affiorata di Felicia Mateo, di persona che quasi si è cercata e meritata la morte violenta, non corrisponde alla realtà, come potrà compiutamente emergere in sede giudiziaria, l’unica adibita a legittimare tali giudizi. Così come potrà essere accertata l’entità dell’apporto che lo stesso Mario Ciabattoni ha fornito nel corso del tempo all’inasprimento dei rapporti tra le parti che, e non puo’ essere negato, erano assai difficili”. E’ quanto dichiarano i legali dei familiari della vittima, Rosa Franca Lucanto Borzino (per le figlie) ed Gisella Di Pietro (per il coniuge). La famiglia non ritiene accettabile che l’omicida possa assumere il ruolo di vittima, quasi giustificato per il gesto compiuto, sulla base della dichiarata esasperazione per i comportamenti che addebita alla vicina di casa.
Ora si scopre che tra le parti, che nel corso degli anni hanno reciprocamente depositato querele, pende già un procedimento penale dinanzi al giudice di Pace di Campli in cui Ciabattoni – fanno sapere gli avvocati della famiglia della dominicana uccisa – è imputato, tra l’altro, per aver minacciato la stessa donna di spararle. Affermazione della donna ribadita al gip di Teramo, il 22 maggio scorso, nell’ambito della vicenda dello stalking. “Felicia Mateo, a dimostrazione che voleva in tutti i modi evitare ulteriori discussioni e diatribe, aveva intrapreso spontaneamente un percorso di riabilitazione per i problemi di alcolismo che non ha mai negato di avere, con esito positivo riscontrato anche dai carabinieri di Bellante, presso cui si recava tre volte al giorno in adempimento dell’obbligo di firma prescritto dal gip di Teramo – dicono i legali -. Di certo, se davvero Felicia Mateo era una persona cosi’ fastidiosa ed esasperante, bisognerebbe anche verificare come mai nel corso degli anni non ha ricevuto denunce da altri condomini, oltre a Ciabattoni. La famiglia chiede solo giustizia”.