Parole del sindaco di Tortoreto Gino Monti, alla vigilia dell’interrogatorio di garanzia diPasqualino Saccuti, l’ex dirigente dell’ufficio ragioneria, destinatario di una misura cautelare in carcere per la vicenda degli ammanchi nelle casse municipali. La sortita di Monti è figlia del clima che si è generato, anche a livello politico, sulla vicenda con un innegabile scambio di accuse. “Ora però basta alle strumentalizzazioni. Non può, un’amministrazione che scopre direttamente o indirettamente il caso investendo gli organi dirigenziali interni al Comune e la magistratura, passare per reo. Forse la colpa del sindaco Monti è di essersi attivato fin da subito quando scoprì le prime anomalie? Al momento opportuno, attraverso le assemblee pubbliche, renderemo pubbliche tutte le carte. Intanto, come primo atto, l’ufficio “bunker” di Ragioneria , dotato della porta blindata è stato reso accessibile. Abbiamo fatto rimuovere la porta perché si acceda negli uffici come si accede in tutti gli altri, in maniera trasparente e libera. Grazie alla collaborazione nel lavoro di dipendenti, magistratura e guardia di finanza, sono stati passati in rassegna oltre 30mila mandati di pagamenti dal 1998 al 2012. Abbiamo modificato il regolamento di contabilità rendendolo più trasparente”. Il sindaco aggiunge poi. “Siano ora i magistrati, e non la politica, a stabilire le responsabilità penali. La responsabilità politica, invece, se l’assuma chi ha amministrato il Comune in passato, chi vestiva lo stesso colore politico di cui il consigliere Nico Carusi rappresenta la continuità. Per la responsabilità civile noi ci siamo attivati. Il legale dell’ente sta già lavorando e non escludiamo di inoltrare istanza per la richiesta immediata di attivazione delle procedure perché il Comune recuperi i soldi sottratti, attraverso la strada se sarà esperibile, del sequestro conservativo. Il fronte dell’indagine la estenderemo anche alla gestione dell’ufficio tributi negli anni in cui l’ex dirigente era funzionario”. Per il recupero del denaro, l’ente attraverso il proprio legale, si attiverà nei confronti di chi ha beneficiato dei pagamenti non dovuti, effettuati dall’ex dipendente infedele, ma anche con gli istituti di credito che hanno gestito, nel corso degli anni, del servizio di tesoreria.