Teramo. Facevano prostituire la figlia di 13 anni per poche decine di euro. La squallida vicenda, che investe una famiglia di etnia rom della provincia Teramana, ha prodotto l’arresto del papà della ragazza, C.P. di 59 anni, mentre la moglie, M.M. di 37 è stata gravata del provvedimento di obbligo di firma, accusati di sfruttamento aggravato della prostituzione minorile.
Le misure cautelari nei confronti dei genitori dell’adolescente, sono stati notificati questa mattima dai carabinieri del reparto operativo e radiomobile della compagnia di Teramo (diretti dal tenente Pietro Fiano e coordinati dal maggiore Americo Di Pirro), in esecuzione di un provvedimento firmato dal gip del tribunale de L’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella. I militari, al termine di una delicata e complicata attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Silvia Scamurra e successivamente dal collega Stefano Gallo della Procura della Repubblica di L’Aquila, sono riusciti a far chiarezza e contemporaneamente raccogliere pesanti elementi probatori su una triste vicenda familiare che ha visto coinvolti i genitori di una tredicenne costretta a prostituirsi per poche decine di euro. Nella storia sono coinvolte, oltre ai genitori, a vario titolo, anche altre persone la cui posizione è al vaglio della magistratura.