Quote messe in vendita dal liquidatore giudiziale Raul Costantini. La vicenda trae origine dalla presenza di un’azienda, la Eta Service (nata per sostenere un gruppo in procedura concorsuale), dalla volontà dello stesso giudice fallimentare Flavio Conciatori di ridare impulso all’attività produttiva. Dall’amministratore, Walter Strozzieri, specializzato nelle ristrutturazioni aziendali e anche un dipendente, Federico Razzani, diventato imprenditore della stessa azienda per la quale lavora. La storia assomiglia molto a quella della Mta Service. Il guppo Metalfin, alla fine del 2004, richiede la procedura di concordato preventivo per onorare i suoi debiti. Vennero create diverse società con l’obiettivo di proseguire le attività produttive, ma con risultati poco soddisfacenti per i creditori. Nel maggio del 2009 il giudice Conciatori,decide di adottare una decisione singolare: riprendere la governance delle società produttive. Nomina un professionista specializzato nelle ristrutturazoni aziendali (sempre Walter Strozzieri) e viene avviata la messa in liquidazione. Solo per un caso fortuito, una sopravvenienza attiva, riscontrata in sede di chiusura di bilancio, consente all’amministratore di soprassedere alla liquidazione e continuare l’attività. Nel 2010 parte di fatto la ristrutturazione aziendale, viene nominato Federico Razzani come responsabile delle vendite e viene anche stilato un patto con i dipendenti e grazie alla disponibilità del sindacato (Gianni Dozzi), con la previsione di incentivi solo legati alla produttività. La banca (Tercas) concede un’apertura di credito scomettendo solo sul buon esito del piano industriale. Le maestranze si rendono responsabili e partecipi di un progetto ambizioso: l’eccellenza nella costruzione dei macchinari a controllo numerico per l’industria automobilistica mondiale in Abruzzo. Alla fine del 2010 tutti gli indicatori sono positivi, e alla cassa integrazione del 2009 si susseguono gli straordinari di sabato e anche di domenica per consegnare i macchinari in tutto il mondo, dal quale usciranno manifatti utilizzati all’origine da importanti case automobilistichbe quali Audi, Bmw, Mercedes, Mini, Opel. Nel 2011 l’azienda raddoppia il suo fatturato e il conto economico evidenzia un utile (ante imposte) di poco più di 350mila euro. ” E’ stata una vittoria per tutti i dipendenti” si legge in una nota, ” che con la loro serietà e dedizione sono riusciti non solo a venir fuori dal guado della crisi ma a creare le premesse per un futuro più che roseo all’azienda di Bellante.