Ha dichiarato l’associazione tartufai Appennino teramano precisando come “il Creat, organismo di riferimento scientifico, doveva provvedere nel mese di dicembre a intervistare e chiedere parere circa un prolungamento del periodo di ricerca e raccolta, che deve essere al massimo di 15 giorni ossia pari al termine di un ciclo lunare, che nel 2013 si porta fino ai giorni 12,13 e 14 gennaio, il nuovo ciclo lunare ha inizio venerdì 11 gennaio. La flessibilità della legge, come riferito, serve a mettere in discussione anche se tali periodi vadano prolungati su tutto il territorio regionale, e il suo significato principale è quello di proteggere il nostro patrimonio tartufigeno. Non crediamo che questa sia una decisione di salvaguardia del territorio”.
Le associazioni ritengono quindi che durante il mese di gennaio si possa avere un raccolto discreto così da recuperare quanto perso, almeno parzialmente.
“Tali definizioni non sono generate – continua l’associazione tartufai – dalla nostra associazione e ne’ dai tartufai delle Colline Teramane, abbiamo già visto nel mese di dicembre che la qualità dei tartufi è variata notevolmente, così come avviene da anni, in relazione al prolungamento del periodo di maturazione, non si capisce quindi da un punto di vista scientifico e di tutela e salvaguardia del territorio l’utilità di questo prolungamento, mettiamo sul mercato un prodotto di scarsa qualità e richiamiamo in regione tutti i tartufai da regioni limitrofe. Nei nostri territori abruzzesi, come da sempre, la chiusura non interessa un folto gruppo di cercatori che incuranti praticano, senza alcun controllo, la raccolta del magnatum pico ciclicamente fino a fine gennaio. Sono forse – conclude la nota – questi i referenti scientifici da seguire per il monitoraggio del territorio, dato che sono sempre presenti?”