Teramo. Il governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi ha risposto di no alla richiesta di stabilizzazione dei precari della ASL di Teramo. Il 31 dicembre andranno dunque a casa infermieri, ostetriche e fisioterapisti dell’ADI.
Come ricorda dal FP Cgil di Teramo, questi ultimi da poco sono stati trasferiti nei reparti dei quattro presidi, ma prima di andarci hanno dovuto insegnare il loro lavoro ai lavoratori della cooperativa KCS, vincitrice dell’appalto dell’ADI.
Nel mese di settembre la sigla sindacale aveva inviato alla Regione Abruzzo e al Ministero della Funzione Pubblica la richiesta di autorizzare la ASL di Teramo – che ha le risorse necessarie – ad assumere definitivamente i 30 precari. Il governatore e il dirigente regionale del servizio giuridico della direzione alla politiche della salute hanno risposto però negativamente, aggiungendo che spetta alla ASL di Teramo, “nell’ambito della propria autonomia decisionale e gestionale, valutare se procedere eventualmente all’indizione dei relativi concorsi nel rispetto delle disposizioni normative e di quanto previsto nel Programma Operativo 2011-2012”.
“Il governatore sa perfettamente che le disposizioni normative nazionali limitano le assunzioni – lamenta la Fp Cgil – e che la norma regionale (Programma Operativo 2011-2012) è ancora più repressiva perché impone un notevole risparmio (il 4%) all’azienda sanitaria teramana. A seguito di piani sanitari durissimi, il governatore Chiodi sostiene di aver realizzato addirittura degli utili che per la FP CGIL debbono essere destinati alla stabilizzazione dei precari perché questo produrrebbe ulteriori risparmi. Chiodi dice che la stabilizzazione non si può fare, ma nel frattempo permette che si sprechino soldi pubblici consentendo ai lavoratori a tempo indeterminato di lavorare di più attraverso i progetti incentivanti e manda a casa altri lavoratori. Permette che si esternalizzi un servizio “core” della Asl come l’ADI dopo che un referendum popolare ha stabilito che i servizi pubblici essenziali debbono rimanere pubblici. Permette che la ASL di Teramo si riorganizzi sulla base dei primari e non dei risparmi senza andare a verificare dove si determinano gli sprechi. Si è deciso, per esempio, di accogliere presso la ASL di Teramo illustri professori universitari come il dottor Calvisi determinando un beneficio che però viene “sprecato” nel momento in cui la riabilitazione dei pazienti non si può fare all’interno della ASL per carenza di personale specializzato nella riabilitazione”.
La FP Cgil di Teramo ritiene che il licenziamento del personale precario sia dannoso per la sanità teramana e regionale e che determini costi in più a carico dei cittadini. “Venendo meno i 14 fisioterapisti, infatti – si legge in proposito in una nota -, la ASL sarà costretta a rivolgersi sempre più spesso al privato e la Regione dovrà pagare per la mobilità passiva circa 600-800 euro giornalieri per acquistare una sola prestazione riabilitativa ospedaliera a fronte di un intervento ADI che alla ASL costa meno di 20 euro. Che vuol fare Chiodi della ASL di Teramo?”.
La proposta della FP Cgil di Teramo è quella di ridurre il margine di risparmio del 4% imposto alla ASL di Teramo e reinvestire la differenza anche per assumere e stabilizzare il personale.