Sorpreso a bucarsi, in pieno giorno, nella “casetta dei bambini” all’interno del parco pubblico di Villa Flaiani. Prima la stazione ferroviaria, ora la villa comunale.
Che la zona a ridosso dello scalo ferroviario sia diventata, nel corso del tempo, meta di spaccio e di consumo della dose di turno, non è un fatto nuovo.
Ora, però, la situazione sembra toccare essere non più tollerabile. A prendere posizione sull’episodio è il comitato Villa Flaiani di Alba Adriatica, che poi ha notato il tossico che si bucava nella casetta in legno del parco giochi.
“Stiamo parlando della famigerata Villa Flaiani non nuova ad episodi del genere”, scrive in una nota Carlo Clementoni, del comitato Villa Flajani “Una struttura nata monca, elettoralmente ruffiana e realizzata con soldi “sottratti” ai beni culturali. Non a caso le passate amministrazioni si guardarono bene dallo specificare gli effetti collaterali, insomma i limiti di utilizzo. Un aggravante averlo fatto in una cittadina priva di tradizione culturale.
Pertanto i cittadini del quartiere, consci di essere stati presi in giro si sono organizzati e qualcuno propone soluzioni come quella di aprire un “centro socio-ricreativo-culturale per anziani”, afferma Rita Franceschini del Comitato Villa Flajani.
Come se non bastasse, oltre ad ostacoli di natura tecnico-culturale non mancano episodi di natura delittuosa.
A pensarci bene e a propria insaputa, attraverso le numerose iniziative, il comitato sta avocando a sé un ruolo istituzionale.
“Oltre a denunciare il degrado, stiamo raccogliendo fondi per ricostruire il parco giochi bruciato anni fa dai tossicomani. Spesso organizziamo eventi gastronomici e attività per bambini” (a proprie spese). Racconta Arnaldo Parere sempre del Comitato.
E le amministrazioni pubbliche che fanno? Sembra che la vivacità cromatica del sindaco Tonia Piccioni non basti a colorare la Villa.
Sebbene la sicurezza non rientri fra le priorità del comune come ama ripetere il sindaco, il Consiglio albense continua clamorosamente a sottovalutare l’area con la più alta densità criminale della provincia, aggravata dalla vicinanza con San Benedetto.
Parecchi cittadini, infatti, si chiedono come mai il consiglio comunale ignori soluzioni di sua competenza come i consorzi tra polizie locali, corsi di formazione per vigili urbani nella scuola di Polizia di Pescara o la riqualificazione di parte dei marciapiedi di Via Roma per convertirli in parcheggi incentivando nuove imprese. Stupisce anche l’incompetenza in materia di fusione tra comuni contigui per aggiornare la governance politico-amministrativa sul modello della “Grande Pescara”. Sempre più cittadini credono che il consiglio comunale non sia in grado di valutare dinamiche socio-economiche che hanno cambiato per sempre anche la nostra zona”.