La situazione peggiora sempre più e a vista d’occhio. La mareggiata dei giorni scorsi ha ulteriormente assottigliato il tratto di arenile tra il pennello perpendicolare incriminato e la concessione del camping Stella Maris. In appena tre giorni inghiottiti altri due metri di spiaggia, a Cologna.
Per fortuna la stagione turistica è terminata. Perché altrimenti il titolare del camping, Domenico Pedicone, avrebbe dovuto rinunciare a sistemare almeno altri 10-15 ombrelloni. E pensare che l’ultima mareggiata non è stata neppure violenta. Perché altrimenti le onde sarebbero arrivate direttamente sul lungomare.
Nel tratto di arenile soggetto a forte erosione si è formato uno scalino di oltre 40 centimetri ed è assolutamente evidente di quanta sabbia sia stata spazzata via in così poco tempo. Il titolare dello Stella Maris è molto preoccupato perché teme che per la prossima stagione estiva non avrà un lembo di sabbia su cui piazzare ombrelloni e sdraio. Già quest’anno ha dovuto rinunciare a tre file di ombrelloni. Un danno economico non di poco conto che non viene affatto compensato con una riduzione della somma da versare per la propria concessione demaniale.
L’erosione si è accentuata negli ultimi 2 anni. Ma è soprattutto negli ultimi sei mesi che la situazione è peggiorata, da quando è stata creata la barriera dinanzi all’Agricamping Marino e allungato verso il lungomare il pennello che si trova a ridosso del camping Stella Maris. Questa barriera venne realizzata nel 2010 in occasione degli interventi di ripascimento morbido che interessarono circa un chilometri di spiaggia, a Cologna. Ma in sette anni, l’arenile anziché aumentare, si è assottigliato di oltre 20 metri.
Della vicenda si sta occupando il legale di fiducia dell’associazione dei balneatori. La richiesta è quella di rimuovere del tutto il pennello. Ma dalla Regione, il genio civile per le opere marittime avrebbe già detto di no. Ci sarebbero tuttavia gli estremi per presentare una richiesta di risarcimento danni. A meno che per la prossima estate la Regione non finanzi un’opera seria di ripascimento morbido sul modello di quello eseguito a giugno a villa Ardente di Pineto.