“Troppo rumore per nulla” è la frase perfetta che riassume i contenuti del convegno sulla tutela della quiete pubblica, che si è tenuto sabato scorso a Pineto.
Promosso dall’organizzazione “L’Abruzzo risveglia il Silenzio” e patrocinato dal Comitato “Tutela Quiete Pubblica e Ambiente” della cittadina adriatica; l’evento ha avuto molto successo.
I diversi rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’ordine come anche i medici, giuristi, giornalisti e tecnici specializzati che hanno partecipato all’incontro, hanno sottolineato come il turismo di qualità desidera iniziative e svaghi, ma anche calma, per soggiorni rigeneranti con ritmi di vita naturali.
Mentre tutti sono d’accordo sul fatto che il degrado acustico si combatte con la collaborazione delle istituzioni, dall’altro canto, si è dovuto riconoscere il mancato intervento dei Sindaci delle cinque cittadine invitate a partecipare al convegno: solo quello di Tortoreto è stato presente nella figura di un rappresentante.
“Il nostro Comitato non vuole certo porsi contro le attività imprenditoriali, ma per il rispetto delle leggi e delle normative nazionali, per il bene di tutti”, ha dichiarato Ruggero Sabatini, fondatore del Comitato di Pineto. “Ci rendiamo conto del difficile ruolo dei Sindaci, che devono riuscire a conciliare gli interessi delle varie componenti della comunità, ma vanno superati con il giusto spirito costruttivo. La verità è che gli amministratori comunali hanno paura di perdere consensi“.
Sul fatto che bisogna lavorare a programmi preventivi nei confronti di operatori e imprenditori per una maggiore educazione, è stato promotore il dirigente dell’Arta di Pescara, Sergio Palermi. “I Comuni dovrebbero cambiare passo, operando con maggiore incisività, per far rispettare regolamentazioni chiare e condivise“. Sulla scia di Palermi, anche Domenico Calore, maggiore dell’Arma dei Carabinieri, comandante della stazione di Giulianova.
Non solo disturbo al cittadino. Il degrado acustico può provocare problemi di natura fisica e psichiatrica. E’ quanto dimostrato da Emilio Sodano, medico legale. “Auspico una politica locale che sappia coniugare il sano divertimento con il rispetto della vita e del riposo di chi, il giorno dopo, desideri svegliarsi riposato e in forma o, semplicemente, debba andare al lavoro”, ha detto Sodano. Che il rumore causi stress – motivo scatenante di altre patologie – lo ha confermato anche Paolo Pomero, neurologo e psichiatra forte di una lunga esperienza al servizio dell’Inps.
Dal punto di vista legale, l’avvocato Stefano Mosca ha rassicurato che basta richiedere, per ogni iniziativa, “un semplice ‘Documento di previsione di impatto acustico’. Prima di concedere una ‘Licenza di pubblico spettacolo’, poi, le autorità comunali dovrebbero verificare se il locale ha realmente le caratteristiche idonee a tale attività. Si può infine ricorrere al giudice per gli abusi acustici, il quale valuterà se si è ecceduto secondo il concetto di ‘normale tollerabilità“.
Vincenzo Di Giovanni, tecnico specialista di fonometria, ha dispensato consigli su come assorbire i suoni: “Sono sufficienti piccoli investimenti in paratie trasparenti in plexiglass, ad esempio, oppure un piccolo impianto Wifi con cuffie collegate, per feste originali e ‘silenziose’ già di gran moda in nord Europa. Costi minori rispetto a quelli affrontati per le vertenze legali e soldi spesi benissimo, a garanzia dei loro investimenti imprenditoriali”.
L’evento, molto partecipato, si è chiuso con l’esempio concreto che Giovanni Filippini, presidente del quartiere “Marina Centro”, ha riportato al pubblico: “A San Benedetto del Tronto abbiamo Comitati allargati a questori, forze dell’ordine, tecnici e sindaci, per emettere ordinanze integrate, coerenti e trasparenti, da applicare nell’intero territorio. Una sorta di Protocolli d’Intesa vincolanti per gli esercenti e gli operatori. Così l’anarchia è finita, la situazione è di gran lunga migliore e l’ambiente si è rasserenato. Il segreto? Dialogo e comprensione“.