Si tratta dell’ente che periodicamente rileva i servizi messi a disposizione da istituzioni pubbliche, come gli enti di ambito sociale, i Comuni e la Provincia, ma anche da organismi sociali privati, come le associazioni di volontariato e le cooperative sociali.
Dallo studio è emerso che, tra le 107 province italiane, quelle abruzzesi sarebbero tutte nelle posizioni di coda della scala del reddito per contribuente. La meno colpita è la provincia di Pescara. Maglia nera, invece, per Teramo, dove si vive con circa 12mila euro a persona, con una variazione negativa del 3,7% rispetto al 1999.
Si raggiungono i 16mila euro nel capoluogo, mentre nelle piccole realtà urbane le condizioni di vita appaiono molto più critiche. Un esempio è costituito da Valle Castellana, i cui abitanti denunciano in media circa 7mila euro. Nelle altre province, la situazione è anche peggiore.
A livello demografico, invece, il rapporto conferma il dato che vede in provincia di Teramo una popolazione in netta crescita. Le ragioni sono da ricondurre ad un saldo migratorio consistente e sempre positivo. Quasi il 7% della popolazione residente nel territorio provinciale è, infatti, costituito da stranieri, soprattuto di nazionalità albanese, rumena e cinese.
Grazie alla presenza massiccia di stranieri di età compresa tra i 14 e i 44 anni (63% del totale), secondo l’ultima rilevazione Teramo presenta anche un indice di vecchiaia inferiore a quello di tutte le altre province abruzzesi.
“Abbiamo sentito l’esigenza di redigere e pubblicare il Rapporto entro l’anno in corso” spiega a riguardo il vice presidente della Provincia, Renato Rasicci, “così da predisporre una base di dati utile per affrontare in modo più critico e ragionato le attività da svolgere nel prossimo anno”.