Inizia così la lettera inviato dal Comitato Genitori di Atri al Prefetto di Teramo, Graziella Palma Maria Patrizi, chiedendo un intervento per “inadeguatezza dell’amministrazione comunale”.
“Il Comune di Atri – continua la lettera – si è aggiudicato un finanziamento così cospicuo con un progetto predisposto nel settembre 2013, relativo all’edificio che ospita la scuola materna Amaltea e la Scuola primaria di via Umberto I. Nel corso dei successivi quattro anni, fino ad arrivare ad oggi, l’amministrazione comunale ha mostrato appieno la propria inadeguatezza ed irresponsabilità nel gestire la situazione, a scapito della salvaguardia dell’incolumità dei nostri figli, della quale le istituzioni, di cui lei è rappresentante, hanno piena responsabilità. In quanto genitori pretendiamo rispetto e rivendichiamo il diritto alla trasparenza: più volte ci siamo confrontati con il Sindaco in relazione allo stato dei lavori ed alle modalità con le quali l’amministrazione intendesse portarli avanti mentre i bambini si trovavano all’interno, per accorgerci poi di avere ottenuto in risposta menzogne e false promesse. Abbiamo chiesto invano che delucidazioni e chiarimenti ci fossero forniti per iscritto. Non ci sentiamo più di riporre fiducia nelle parole dell’amministrazione, dopo aver fatto proposte puntualmente bocciate sul nascere, non crediamo sia più possibile interagire con essa, chiediamo di poterlo fare con lei. Stiamo parlando di un tempo di quattro anni, che sicuramente si protrarrà notevolmente oltre, decisamente troppo lungo per l’avvio della realizzazione di un progetto per il quale i fondi sono stati stanziati ma rischiano di andare perduti. Stiamo parlando di scelte dei progettisti fatte senza gare di appalto, quindi di dubbia regolarità. Parliamo dell’ immobilismo e della superficialità di chi era preposto al controllo del progetto, che tra l’altro ha avuto bisogno di una perizia suppletiva depositata nel mese di luglio appena trascorso, dunque a tutt’oggi in attesa di approvazione da parte del Genio Civile. Parliamo del Sindaco che, contro ogni evidenza, continuava ad asserire, anche pubblicamente e sulla carta stampata, ‘Tutto sta procedendo come previsto’ e ancora: ‘anche le tempistiche saranno rispettate e i lavori verranno ultimati entro la metà di settembre con l’inizio dell’anno scolastico’ quando nella realtà dei fatti tutto era fermo proprio in virtù di questa perizia suppletiva, realizzata dal direttore dei lavori ed in attesa di approvazione.Parliamo di un presunto mancato controllo sulle pregresse esperienze imprenditoriali dei titolari della ditta appaltatrice dei lavori, sulla quale, sempre contemporaneamente alle dichiarazioni rassicuranti del dott. Astolfi, era in corso un procedimento fallimentare, conclusosi con dichiarazione di fallimento il 21/04/2017. Stiamo parlando delle dimissioni presentate del coordinatore della sicurezza e del sostituto designato, chiedendoci se siano stati effettuati controlli sull’esperienza di quest’ultimo. Stiamo parlando di un modus operandi che sfugge alla nostra comprensione, che ha avuto come unico risultato una situazione di grande precarietà e di pericolo nella quale i nostri figli hanno frequentato la scuola da gennaio a giugno appena trascorsi e nella quale sicuramente non intendiamo trovarci nuovamente per la ripresa delle attività scolastiche che dovrebbe avvenire a breve”.
Sulla sicurezza delle scuole di Atri i genitori ha notato “superficialità” e” pressappochismo”, testtimoniato dalla mancanza del C.P.I., così chiedono una visita del Prefetto e vedere con i propri occhi “se un edificio che ospita circa quattrocento bambini più il personale docente e non, con vulnerabilità sismica prossima allo zero, ulteriormente indebolita del timido tentativo di avvio dei lavori, senza C.P.I. e senza adeguata documentazione relativa alla centrale termica, sezionata in modo da ospitare tutti i bambini in una sola ala dell’edificio con conseguenti problematiche di carico della struttura e di effettuazione di evacuazione, con cartelli di divieto di affaccio alle finestre per rischio caduta calcinacci, possa continuare ad ospitare quotidianamente quello che noi abbiamo di più caro al mondo fino ad una data che al momento nessuno è in grado di stabilire, dato che, nella realtà dei fatti, nessuno è attualmente in grado di dire se e quando i lavori saranno realmente avviati, tantomeno quando verranno conclusi. Confessando la nostra ignoranza in materia, ci permettiamo di supporre che, in ogni caso, si tratti di tempi lunghi, nei quali è assolutamente improponibile che i bambini rimangano all’interno dello stesso edificio. Chiediamo che la scuola venga dislocata. Chiediamo che venga trovata una sistemazione alternativa che consenta ai nostri figli di frequentare le attività didattiche in sicurezza e serenità. Chiediamo che la scuola media ‘Mambelli-Barnabei’, anch’essa senza C.P.I., venga salvata dal dimenticatoio nel quale è stata relegata per tanti, troppi anni. Nonostante una valutazione di vulnerabilità sismica effettuata con livello di indagine uno risalente al 2008, di fatto la classifichi tra le scuole abruzzesi a rischio sismico che necessitano prioritariamente di intervento, si rileva a tutt’oggi la mancanza di un incarico progettuale per nuove e più approfondite verifiche, di finanziamenti, di interventi previsti o programmati”.
Il Comitato chiede quindi l’intervento del Prefetto di Teramo “per commissariare tale situazione ed esautorare l’amministrazione Comunale da questo adempimento. In virtù della responsabilità che il ruolo da lei rivestito comporta, siamo certi di meritare la sua attenzione ed una risposta al nostro grido di aiuto.
La preghiamo di considerare anche il grande fermento che serpeggia tra i genitori e la cittadinanza tutta in prossimità dell’avvio delle attività scolastiche. Restiamo in attesa di un riscontro alla presente”.
La lettera è stata inviata dalla responsabile del Comitato, Cinzia Di Luzio, anche al Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso.