E’ una condanna esemplare, oltreché pesante nella sostanza, quella a carico di Pasqualino Saccuti, l’ex funzionario dell’ufficio ragioneria del Comune di Tortoreto, nel procedimento penale relativo all’acquisto di un Suv con i soldi dell’ente. Oggi, l’ex dirigente è stato processato, e condannato, con il rito abbreviato, al tribunale de L’Aquila. La competenza per il reato informatico, infatti, è della direzione distrettuale antimafia. Il gip Giuseppe Romano Gargarella ha condannato Saccuti a tre anni di reclusione, oltre ad una previsionale di 29mila euro, che poi è la stessa cifra versata al concessionario di auto, con un bonifico online, e successivamente restituita da Saccutti (l’accusa aveva chiesto 4 anni e mezzo). Nonostante il rito abbreviato, le ammissioni dell’ex funzionario nell’interrogatorio di garanzia (che nel frattepo si era dimesso) e la restituzione dei soldi, la condanna è decisamente pesante, anche perché la vicenda riguarda un solo episodio (l’acquisto del Suv) e non contempla quello che sta emergendo in un’altra inchiesta parallela sugli ammanchi al Comune di Tortoreto. Inoltre, Saccuti dovrà versare nelle casse comunali con 29mila euro come danno erariale, anche se la somma una volta emersa la vicenda del Suv era stata già restituita. E questo perché il Gip ha ritenuto che quei soldi potevano essere utilizzati dal Comune di Tortoreto (che è parte civile nel procedimento, assistito dall’avvocato Gabriele Rapali) per altri scopi. Il procedimento penale che si è consumato oggi, infatti, riguarda l’episodio che nella sostanza ha fatto scoppiare il caso dell’ufficio ragioneria al Comune di Tortoreto e verte sul pagamento di un anticipo, ad un concessionario di auto marchigiano, per l’acquisto di un Suv da parte di Saccuti. Operazione effettuata con un bonifico online partito dal Comune di Tortoreto.