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Giulianova, fermo biologico: marineria in disaccordo. “Meglio a primavera”

Per la prima volta dopo molti anni, il fermo biologico nel medio Adriatico non verrà attuato in piena estate.

Il ministero per le politiche agricole e della pesca ha infatti stabilito che per il 2017 il riposo obbligatorio per le imbarcazioni che operano nel settore dello strascico sarà, almeno nell’Adriatico, a macchia di leopardo.

Mentre in alcuni comparti il fermo scatterà dal primo agosto, in quello del medio Adriatico compreso tra San Benedetto del Tronto e Termoli, compresa quindi la marineria di Giulianova, sarà attuato dal primo al 30 settembre. Ed altri 12 giorni di fermo dovranno essere garantiti dalle varie flottiglie entro il 31 ottobre.

Una scelta che accontenta in parte gli armatori, perché se da un lato il provvedimento consente ai pescherecci di andare in mare in piena estate e avere un maggiore fatturato per via anche di migliori condizioni climatiche, dall’altro ripropone comunque i dubbi sulla validità del fermo. Per i pescatori il periodo migliore non è settembre, né tantomeno in estate.

“E’ a primavera che bisogna fermarsi”, dicono gli armatori giuliesi, “quando la stragrande maggioranza del pesce si riproduce. Il fermo biologico varato senza criterio non serve a nulla”.

Una decina le barche che a Giulianova dal primo settembre dovranno restare ormeggiate per 30 giorni. Gli armatori ne approfitteranno per eseguire lavori di manutenzione. Con il riposo obbligatorio dei pescherecci a strascico aumenta anche il consumo del pesce di allevamento, di importazione e surgelato.

Ma i pescatori giuliesi spingono per il consumo di un prodotto cosiddetto più povero, tuttavia ricco di nutrienti, come il pesce azzurro che si trova in abbondanza durante il fermo visto che lampare e volanti non hanno l’obbligo di rimanere in porto.

C’è anche il problema delle tecniche di pesca. Da più di 5 anni molte imbarcazioni hanno deciso di adottare il sistema detto “all’americana” appesantendo le reti con delle catene d’acciaio che raschiano letteralmente il fondale, distruggendo però avannotti e uova e impoverendo ulteriormente il mare Adriatico.