Il Comitato cittadino nato di recente Giulianova a tutela dell’ospedale della costa, che abbraccia un territorio vasto con oltre 150 mila abitanti, si presenta agguerrito. E nella sua prima uscita ufficiale, gli esponenti hanno puntualizzato che la battaglia per salvaguardare il Santissima Maria dello Splendore è appena iniziata.
Un movimento allargato, che vede esponenti dei Comuni dell’area vasta, da Tortoreto a Silvi ma anche dell’immediato hinterland come Mosciano, Notaresco, Bellante, e con la partecipazione anche di tutti i rappresentanti dei comitati di quartiere di Giulianova. Pablo Ghaderi è stato eletto presidente e portavoce del comitato e ha già le idee piuttosto chiare su cosa fare.
“Organizzeremo dei presidi permanenti”, ha puntualizzato il presidente, “faremo iniziative e avremo un confronto con le istituzioni. Va detto che l’ultima parola è sempre della Regione. Quindi i tavoli tecnici e istituzionali contano poco quando c’è già un disegno di ridimensionamento in atto. Diverso il discorso se a mobilitarsi è un’intera comunità. E noi questo fare”.
Dal primo agosto prossimo il rischio di accorpamento di altri reparti a Giulianova sembra più che un’ipotesi. Fabio Raschiatore, esponente del comitato, sottolinea come sia assolutamente necessario impedire tutto questo. E accusa la Regione di voler penalizzare in questo modo l’intera fascia costiere qualora non venisse approntato un piano reale per la realizzazione di un ospedale di Primo Livello.
“Il depotenziamento della nostra struttura sanitaria appare evidente”, ha aggiunto Raschiatore, “abbiamo avuto modo di confrontarci con chi nell’ospedale ci lavora. Ci è stato detto che così com’è non è neppure un ospedale di base. E sarebbe persino “pericoloso” per la salute dei cittadini. Quindi non saremo passivi dinanzi ad azioni che ne limitano il potenziale”.
Intanto, il comitato invitato tutti i cittadini a fare qualcosa per la tutela dell’ospedale della costa. In passato furono raccolte 28mila firme per la difesa della sanità locale.
Secondo Ghaderi chi resterà indifferente dinanzi ad un problema così grande che riguarda appunto il ridimensionamento della sanità costiera, sarà corresponsabile del danno. Intanto, nei prossimi giorni si chiederà un confronto con i sindacati. Perché a rischio ci sarebbero anche i posti di lavoro in caso di cancellazione o accorpamento dei reparti.