Riapre la strada simbolo del terremoto 2017, la 365, nell’abitato di Bisenti, crollata a febbraio mentre, già chiusa per i danni del terremoto e della neve, era in corso un sopralluogo della Provincia con la Protezione Civile e i Vigili del fuoco.
Quelle immagini sono state trasmesse per giorni dai media locali e nazionali: il segno di una terra fragile scossa dalle calamità naturali e dalla mancaza di una seria manutenzione.
Lunedì 26 giugno alle ore 10 quella strada sarà riaperta come decine di altre arterie interdette al traffico per i danni subiti: oltre 80 cantieri (fra strade e scuole) che la Provincia ha aperto in soli tre mesi anticipando più di 22 milioni di euro.
“Non si tratta di un’inaugurazione – precisa il presidente Renzo Di Sabatino – vogliamo condividere questo risultato con tutti coloro che nell’emergenza e dopo, nella fase della programmazione, del reperimento dei finanziamenti e dei lavori, hanno consentito quello che è considerato dagli addetti ai lavori un piccolo miracolo nel panorama della ricostruzione pubblica del Centro Italia del post terremoto. Un risultato ottenuto grazie alla determinazione e alla preparazione di una squadra formata dal consigliere delegato alla viabilità, Mauro Scarpantonio, dai nostri ingegneri e dai nostri tecnici, dal dirigente Leo Di Liberatore. Una squadra che si è misurata con ordinanze, carte e progetti per far partire i cantieri in tempi umani cercando la collaborazione delle Strutture commissariali per la ricostruzione, dell’Anas, della Dicomac e della Protezione Civile. La testimonianza di una pubblica amministrazione che funziona anche se, va precisato, noi, come le altre Province italiane, non abbiamo ancora avuto dal Governo e dal Parlamento le risposte giuste e, nonostante l’evidenza dei conti, continuiamo a non avere fondi sufficienti per le manutenzioni e per gli investimenti per le strade e le scuole. Perchè non basterà ricostruire il danneggiato, se lo Stato non restituisce agli enti locali i finanziamenti per la cura del territorio, le strade e le scuole continueranno a non essere sicure”.