Lui, però, non riusciva ad accettare quella perdita e, spinto dalla disperazione, ha cominciato a minacciare il nuovo proprietario. Dopo varie denunce presentate al comando stazione di Sant’Egidio alla Vibrata, l’epilogo della tentata estorsione si è avuto ieri mattina, quando l’artigiano ha seguito in auto, fino a Nereto, l’acquirente della casa pignorata, tentando in ogni modo di speronarlo. Dietro di lui, però, c’erano i carabinieri che non lo hanno perso d’occhio un istante. Ad un certo punto, il nuovo proprietario dell’appartamento si è fermato e, per paura di essere aggredito, si è chiuso in auto. E’ stato in quel momento che i carabinieri sono intervenuti, arrestando l’artigiano con l’accusa di tentata estorsione continuata.
Non era la prima volta che il piccolo imprenditore teramano minacciava il suo vicino di casa. Tutto era cominciato quando il giudice per le esecuzioni immobiliari del tribunale di Teramo aveva aggiudicato l’asta, dopo due andate deserte. L’artigiano cinquantenne si trova ora nel carcere di Teramo in attesa della convalida dell’arresto che si terrà tra oggi e domani.
I guai con il Fisco sono iniziati alcuni anni fa, da quando l’Inps gli aveva notificato cartelle esattoriali per versamenti previdenziali non pagati, a cui si è aggiunta la banca per il mancato pagamento delle rate del muto. L’artigiano si era visto notificare da Equitalia arretrati (Inps, Inail, Iva, Irap) per oltre 100mila euro relativi agli ultimi sette/otto anni. Nel frattempo, anche la banca con la quale aveva acceso un mutuo fondiario per circa 30mila euro, si era attivata per recuperare il dovuto, chiedendo il pignoramento dell’appartamento di circa 100 mq posseduto fino a due mesi fa.
L’uomo ha subito a proprie spese una doppia beffa. La banca, infatti, aveva accolto la richiesta del suo cliente di procedere al piano di rientro permettendogli di dilazionare le rate da pagare. Ma l’accordo è stato vanificato dopo l’intervento di Equitalia, che ha messo le mani sul bene immobiliare vantando un diritto di prelazione. L’altra beffa che la sorte ha riservato al cinquantenne riguarda il prezzo di vendita all’asta dell’appartamento: appena 50mila euro. Il 20 marzo scorso, infatti, nonostante il consulente tecnico d’ufficio avesse stimato l’immobile per un valore di 120mila euro, dopo due aste deserte, l’abitazione (composta da appartamento, autorimessa e soffitta) è stata ceduta per meno della metà del valore stimato. All’ennesima tegola, i nervi dell’uomo hanno ceduto.
L’artigiano ha cercato in tutte le maniere di tornare in possesso dell’alloggio, cercando inutilmente una transazione con il nuovo proprietario, che nel frattempo aveva versato il deposito cauzionale. Attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato Bruno Massucci, il 50enne teramano aveva anche presentato istanza di sospensione all’aggiudicazione dell’asta, ma il giudice ha fissato l’udienza a settembre, cioè oltre il tempo utile a non perdere la proprietà dell’abitazione il cui rogito avverrà entro il 20 maggio. Ora si confida sull’ulteriore istanza presentata al tribunale per chiedere l’anticipazione della data di udienza della sospensione di aggiudicazione.
“E’ il gesto di un uomo disperato che forse è andato oltre le righe” commenta l’avvocato Massucci “ma il cui intento non era affatto quello di fare del male a nessuno. Come sicuramente dimostreremo quello commesso dal mio assistito non configura il reato ipotizzato. E’ un uomo incensurato che ha sempre lavorato. Quello che si è consumato è il dramma della disperazione di chi si è visto ‘aggredito’ per il recupero dei tributi e che ha cercato anche un accordo con il nuovo proprietario per non perdere l’abitazione”. Massucci aveva già assunto l’incarico di difendere l’uomo in sede civile davanti al giudice per le esecuzioni immobiliari, ora lo patrocinerà anche per la tentata estorsione.