Tutto è iniziato la notte dell’alluvione, nel marzo 2011. Il Comune di Silvi, rispetto ad altri è stato quello che non aveva registrato danni importanti. Eppure, un condominio di via Roma 322, ha visto completamente allagati i garage e cantine. In quell’occasione, proprietari ed inquilini di molti appartamenti hanno perso auto, scooter e moto, nonché altro materiale conservato in quei locali. Disperazione, rabbia ed incredulità, soprattutto perché non si capiva come un fabbricato di nuova costruzione (l’unico della zona), potesse essersi allagato in quel modo.
Dopo che l’acqua e fango sono stati raccolti e una volta valutati i danni, alcuni proprietari di appartamenti di quel complesso condominiale si sono rivolti ai Carabinieri di Silvi, raccontando, tra l’altro, che l’intero immobile era ancora privo di agibilità. Ognuno ha raccontato ai militari dell’Arma la propria storia, fatta di investimenti per la vita, di mutui e di sacrifici, per l’acquisto della casa tanto sognata. Un investimento però che, nonostante i rogiti effettuati dal notaio, dopo cinque anni dall’acquisto, vede questi immobili privi della prescritta agibilità.
A luglio è scattata la denuncia ai Carabinieri di Silvi. Da qui sono partite le indagini, anche con la collaborazione di un consulente di parte che ha ricostruito l’intero iter amministrativo. Una montagna di carte sono passate al vaglio degli inquirenti tra atti, progetti e sanatorie, per giungere a delle conclusioni sorprendenti, che vanno ben oltre il seppur grave e macroscopico abuso edilizio.
“Una brutta storia” come la definisce il Capitano Dellegrazie. “Una indagine che non è ancora conclusa e, visto i primi risultati, ci si potrebbe aspettare ancora di peggio”.