“In queste aree, per quanto abbiamo potuto constatare”, si legge in una nota dell’associazione di categoria, “risulta avvenire il pernottamento degli ospiti, in aperta violazione di una legge regionale del 2003 che regola le strutture ricettive all’aria aperta. Le aree risultano anche sprovviste di cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti e sorge legittimo il dubbio che non venga corrisposta al Comune la Tari”.
L’associazione ha accertato inoltre che non si vedono prese per l’acqua, né attrezzature per lo sversamento dei liquami giornalieri. I camper non lascerebbero mai l’area se non al momento della partenza. Inoltre, considerato che sono presenti degli ospiti andrebbero registrati attraverso il Sistema Informativo Turistico Regionale, sia per quanto riguarda gli adempimenti normativi in materia di trasmissione e acquisizione dati sul movimento dei clienti delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, che per la trasmissione delle schede giornaliere di pubblica sicurezza, finalizzate a comunicare alle autorità competenti (Questura) chi soggiorna in zona.
“Particolarmente grave appare poi l’assenza di estintori”, prosegue la nota, “e strumenti per fronteggiare qualsivoglia emergenza, anche in considerazione che tempestive operazioni di soccorso sarebbero ostacolate dal fatto che le aree sono recintate e il cancello di accesso risulta quasi sempre chiuso. Si evidenzia che le strutture ricettive nostre associate sottostanno all’osservanza di numerose norme in materia urbanistica, igienico-sanitaria, di pubblica sicurezza e di prevenzione incendi e che, per svolgere la propria attività, regolarmente pagano imposte e tasse di vario genere, comunali ed extra”.
Chiesto quindi al Comune di Roseto di accertare se le aree di “sosta” camper rispettino le norme di legge, invitandole, in caso negativo, ad adeguarsi immediatamente alle normative vigenti in ambito regionale e a diventare campeggi in piena regola.