Venti laboratori tessili sequestrati, localizzati per lo più in Val Vibrata, per un valore di quasi 6 milioni e mezzo di euro, 83 lavoratori irregolari e altrettanti in nero, di cui 17 clandestini, 25 provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali, evasione di contributi previdenziali per oltre 836 mila euro, 32 persone denunciate, 950 violazioni della normativa in materia di sicurezza che hanno portato ad elevare sanzioni per oltre 5 milioni e mezzo di euro, oltre a sanzioni amministrative per oltre 370 mila euro.
E’ il bilancio dell’operazione “Chinajeans” effettuata tra il 9 e il 23 marzo scorsi in provincia di Teramo dal nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Teramo, dai militari delle Compagnie dei carabinieri di Teramo, Alba Adriatica e Giulianova, da quelli del Nucleo operativo provinciale e dall’ispettorato della direzione territoriale del lavoro di Teramo.
Una massiccia indagine, coordinata dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro del gruppo di Napoli, finalizzata alla verifica della corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e per l’emersione del lavoro nero e del lavoro sommerso nei confronti di laboratori di confezioni gestiti da cinesi.
All’interno degli opifici sono state trovate postazioni di lavoro e diversi capi di abbigliamento ancora da confezionare, oltre a marchi ed etichette di famose griffe internazionali. Nei laboratori, inoltre, erano state ricavate anche delle camere da letto utilizzando pareti in cartongesso: autentici lager in cui le condizioni di igiene e sicurezza erano inesistenti. Dal punto di vista della sicurezza, gli opifici avevano coperture in eternit ed impianti elettrici insicuri. Sono in corso indagini per stabilire la provenienza dei tessuti confezionati con particolare attenzione alla contraffazione dei marchi per i quali lavoravano.