A creare scompiglio è stato il cambio dell’appalto, a seguito del quale i dipendenti (26 nella provincia di Teramo, 80 in tutto l’Abruzzo) si sono visti ridurre l’orario di lavoro, e di conseguenza lo stipendio, mantenendo invariata la mole di lavoro. Senza contare i tre lavoratori licenziati. In sostanza, spiegano, “siamo chiamati a fare lo stesso lavoro di prima, ma nella metà del tempo e per uno stipendio dimezzato”. Tagli indiscriminati che chiedono di rivedere, chiamando in causa proprio il gruppo Intesa. La protesta è stata promossa dalla Filcams Cgil, che punta il dito contro la Dinamica Centro Servizi, ditta appaltatrice di Roma. “Chiediamo il rispetto di quanto previsto dall’art. 4 del Contratto collettivo nazionale del lavoro-Pulizie e Multiservizi” spiega il sindacato “ed in particolare l’assunzione da parte della Dinamica Centro Servizi di tutti i lavoratori, il mantenimento delle condizioni preesistenti e del monte ore individuale effettuato fino al 29 febbraio scorso. Non esistono ragioni valide che possano giustificare la mancata assunzione di alcuni lavoratori, nè il taglio indiscriminato di ore (dal 30 al 60 per cento) che è stato effettuato su tutto il personale oggetto del cambio appalto per la provincia di Teramo. Le lavoratrici ed i lavoratori impegnati nell’appalto intendono mettere in campo tutte le iniziative di lotta possibili per mantenere i posti di lavoro, il proprio orario di lavoro contrattuale e il proprio salario”.
Oggi hanno voluto protestare davanti alla filiale teramana, ma non si esclude un proseguimento dello stato di agitazione anche per i prossimi giorni.
Marina Serra