Giulianova. Al caro gasolio, cruccio da tempo della categoria, il settore della pesca deve fare i conti con un nuovo problema, rappresentato dal cosiddetto “look book”. Una dicitura anglosassone, che non ha nulla a che vedere con qualche quaderno dedicato alle modelle. Anzi. La terminologia altro non è che un quaderno di bordo elettronico che ogni imbarcazione deve installare nella plancia per monitorare le attività di pesca.
Ogni volta che si effettua una calata in mare bisogna pesare, e dettagliare il pesce pescato quindi annotare tutto quello che avviene, poi i dati vengono mandati direttamente in capitaneria e al ministero con una comunicazione. Operazione semplice nella forma, decisamente più complicata nella sostanza. “ Per questa gestione”, sottolinea Walter Squeo di Federpesca, “ sussistono dei veri problemi logistici in quanto quando vi sono delle condizioni meteo non favorevoli e mare mosso, pioggia e vento tutta questa favola potrebbe diventare un vero incubo in quanto in mare per gestire questo quaderno si perderebbe tempo e attenzione che in momenti di difficoltà meteo bisogna rivolgere alle vere strumentazioni di bordo e cioè al gps e al radar che rappresentano la sicurezza dell’equipaggio e dell’imbarcazione, per non parlare del costo che ogni imbarcazione dovrebbe sostenere con un abbonamento alla telecom , tutto ciò è ridicolo”. Alla luce di questa imposizione, che poi nella sostanza si connota come un ulteriore pesco per la marineria, lo stesso coordinatore di Federpesca annuncia il fermo temporaneo delle attività di pesca da parte delle imbarcazioni regionali. Protesta, questa, legata sia al caro gasolio prodotto dalla manovra Monti, ma anche delle regole comunitarie, che non sembrano essere tarate per i pescherecci italiani.