I due avevano sottoscritto un contratto nel quale, in prima pagina, campeggiava la dichiarazione del fotografo in questione che affermava di essere iscritto all’associazione e di assumersi una serie di impegni che vanno anche al di là di quelli che normalmente si assumono.
Peccato, però, che la coppia non abbia mai avuto il servizio fotografico e il video del matrimonio. Contestato il ritardo, l’associazione ha verificato sul sito dell’Anfm la presenza del fotografo, che ovviamente non risultava iscritto all’ente.
Da qui la decisione degli sposini di rivolgersi a Robin Hood di Teramo, che ha trasmesso all’Anfm la documentazione per gli atti in favore della tutela del loro buon nome e sta predisponendo un ricorso per pratica commerciale scorretta e la valutazione delle azioni legali.