E’ denominata “Viene papà”, dalla terminologia usata dagli indagati, una importante operazione di contrastato allo spaccio di sostanze stupefacenti sull’intera provincia di Teramo.
Uno spaccio su larga scala, visto che il volume di affari sfiorava i 300mila euro. Al termine di una minuziosa indagine, che peraltro ancora non è conclusa, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Teramo, diretti dal capitano Roberto Petroli, hanno eseguito 4 ordini di custodia cautelare in carcere a danno di una famiglia albanese (padre e due figli), con base a San Nicolò e di un 41enne di Sant’Omero. Indagine coordinata dalla Procura di Teramo.
I carabinieri hanno acquisito una serie di prove documentali seguendo i movimenti della banda di spacciatori, attraverso pedinamenti, intercettazioni e testimonianze di persone informate sui fatti. Nel corso dei mesi, infatti, i carabinieri hanno anche sequestrato stupefacenti ai 4 indagati e ad alcuni clienti. La banda, attraverso dei galoppini, aveva collocato sul mercato cocaina e hashish. Attività che comprendeva Teramo, con importanti ramificazioni anche a Sant’Omero e Bellante.
Le persone finite in carcere hanno precedenti specifici e vengono definite dallo stesso procuratore Antonio Guerriero “di elevata pericolosità sociale”. Nel corso dell’inchiesta è emerso che l’unico componente di nazionalità italiana della banda, specializzato nel collocare hashish, avrebbe ceduto sostanze a minorenni, incontrando i clienti anche nel parcheggio dell’ospedale.
Le misure cautelari sono state eseguite oggi: due nel Teramano, altrettante a Borgomanero dove due indagati (albanesi) si erano trasferiti nel frattempo e individuati grazi anche alla collaborazione dei carabinieri della locale tenenza.