“Con molto piacere vedo che la lettera da me inviata ha aperto un vivace dibattito chiamando ad intervenire anche il consigliere Di Pietrantonio e confermandomi che la scelta di acquistare una casa a Pineto è stata ben riposta. Probabilmente non mi sono fatto capire bene nella mia prima lettera. Un amante della musica rock (ed ex deejay…) come me non avrebbe mai visto volentieri paesi mortorio o cose del genere… solo per riferirmi a questa come alle ultime estati, ho accolto con entusiasmo l’iniziativa dei concerti al Parco della Pace di “Pinetnie Moderne” (gradendo molto, ad esempio, il concerto degli Almamegretta con Raiz), ed ho passato diverse serate in diversi locali, dove ho ascoltato spesso dell’ottima musica. Quando sull’insegna del locale (in questione, ndr) mia moglie ha letto “live music” ha detto subito: “Bene, dobbiamo andarci!” Frequentando concerti in tutta Italia siamo assolutamente a favore di coloro che danno spazio alla musica, e abbiamo sempre difeso e sostenuto chi ospita giovani band che propongono musica dal vivo, così come siamo sempre a favore di qualsiasi iniziativa positiva che sia rivolta ai giovani. Il punto qui non è la musica, né la gioventù che si diverte; il punto è che non si può far valere i diritti degli uni calpestando i diritti di altri… I giovani hanno il diritto di divertirsi, e questo è sacrosanto, ma non hanno il diritto di farlo a scapito di altre persone: hanno forse il diritto di fare urla e schiamazzi alle 3-4 di notte (e mi dispiace, consigliere Di Pietrantonio, ma questo è assolutamente vero…) ? Hanno forse il diritto di suonare il clacson più e più volte nel cuore della notte e svegliare tutto il vicinato? Così come non c’entra nulla la questione romani o pinetesi: qui si tratta di persone che hanno regolarmente acquistato una casa in un posto e che hanno tutto il diritto di lamentarsi se le cose non vanno come dovrebbero; tanto più che, contrariamente a quel che afferma il collaboratore del locale, gli stessi cittadini pinetesi della zona si sono più volte lamentati e si lamentano tuttora anche perché la situazione, come raccontatomi da pinetesi di assoluta fiducia, è stata invivibile fin dall’apertura del locale. Che Pineto non sia un paese morto è sicuro e, ripeto, anche per questo ci piace tanto; ma tra l’essere morto e l’autorizzare il caos notturno senza regole ce ne passa… Io capisco le buone intenzioni del locale e, certo, non gli si può dare tutta la responsabilità per ciò che avviene dopo la chiusura, come considero sacrosanto il diritto a difendere un’attività lavorativa; accetterò di buon grado l’invito a prendere una birra e verrò sicuramente ad ascoltare la musica dal vivo. Questo però non vuol dire che non bisogna rispettare le esigenze del vicinato, o tollerare urla e schiamazzi della clientela nel cuore della notte. I gestori del locale dovrebbero essere i primi interessati a far sì che ciò non avvenga affinché il locale sia ben visto e ben accetto a tutti. Spero sia chiaro che l’intento della lettera non voleva essere offensivo, né criticare la vita di un paese che amiamo, ma solo portare alla luce un problema di vita quotidiana che, se non troverà soluzione, costringerà noi, ma soprattutto i nostri vicini che ci abitano stabilmente, a restare svegli ogni singolo week-end dell’anno…”
Lettera firmata