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Ospedale Sant’Omero, chiude anche pediatria

Sant’Omero. Mezzo ospedale è praticamente chiuso, l’ingresso principale è impraticabile (è stata sistemata una rete da cantiere per la istituzione della porta) e l’aria che si respira tra pazienti e operatori, assomiglia tanto a quella di una sorta di smobilitazione. Basta varcare la soglia dell’ospedale di Sant’Omero, per essere inghiottiti da una sensazione strana, di una struttura avviata verso una lenta agonia, solo in parte giustificabile dai lavori di ammodernamento annunciati dalla Asl per qualificare il Val Vibrata.

 

La realtà, amara, di questi giorni però è altra e ora sarà chiuso anche il reparto di pediatria, che da domenica non accetta più ricoveri. I piccoli pazienti, infatti, che necessitano di cure vengono già dirottati verso Teramo e Atri. La decisione di “chiudere” il reparto (garantendo solo l’attività ambulatoriale), nasce da questioni organizzative e di personale, ma con lo stop ai ricoveri c’è chi che, come ricorda qualcuno, sarà “deportato” altrove (soprattutto infermieri). Chiudere anche pediatria, fanno notare alcuni, è come minare la credibilità e l’efficienza del reparto, che in questi anni ha sempre assicurato prestazioni all’avanguardia. Garantire l’attività ambulatoriale, infatti, è un semplice palliativo, visto che ora chi necessita di ricoveri, bypasserà direttamente l’ospedale di Sant’Omero. Sembra quasi che una serie di circostanze (chiusura di alcuni reparti per effettuare dei lavori, teoria che continua a non convincere molti, e di un altro per carenza di medici) si siano accavallate, creando una situazione irreale all’interno del presidio ospedaliero (decisamente meno frequentato), e per gli utenti, che solo ora stanno toccando con mano la situazione, e che saranno costretti, ovviamente, a spostamenti più lunghi. Il tutto si sta consumando nel silenzio, tranne rarissime eccezioni, di tutti, o quasi. Operatori, pazienti e residenti della Val Vibrata, che gravitano sull’ospedale, attendono risposte e soprattutto garanzie che le operazioni in corso non siano l’anticamera di qualcosa di diverso.