Martinsicuro. La destituzione di Giulio Cesare Matè, da comandante della polizia municipale di Martinsicuro, con contestuale dequalificazione ad altro incarico, costa all’ente una condanna per mobbing che andrà indennizzata con un sostanzioso esborso finanziario per le casse comunali. E’ destinata a far rumore, anche sul piano strettamente giurisprudenziale, la recente sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Teramo, Luigi Santini, che ha condannato il Comune di Martinsicuro per mobbing, relativamente al contenzioso nato con l’ex comandante della polizia locale, Giulio Cesare Matè, in pensione dal 2009.
La sentenza, depositata alcuni giorni fa, ma non ancora notificata in Comune, accoglie in parte le rivendicazioni di Matè (difeso dall’avvocato Fabrizio Acronzio), e condanna l’ente a risarcire l’ex funzionario con un indennizzo di quasi 200mila euro (tra danni non patrimoniali, che rientrano nella sfera del cosiddetto mobbing, danni da dequalificazione professionale, spese legali). La cifra, al momento, non prevede ovviamente gli interessi legali e la rivalutazione monetaria, così come le spese per il Ctu, che andranno quantificate successivamente. Sul piano pratico, la sentenza del tribunale del lavoro rappresenta una sorta di mazzata per le casse, non certo floride, del Comune (situazione comunque analoga per parecchi enti), ma soprattutto evidenzia una serie di illegittimità per quanto concerne alcuni provvedimenti amministrativi, che avevano prodotto, nel 2002 (sindaco Maloni, amministrazione di centrosinistra), dapprima la destituzione di Matè dalla guida della polizia municipale e poi l’assegnazione dello stesso ad una nuova mansione (responsabile della protezione civile). Decisioni, queste, che il giudice ha ritenuto illegittime e comunque bollate come persecutorie nei confronti di Matè e da qui la condanna per mobbing. Provvedimenti adottati, all’epoca, con la motivazione che a Matè era stata revocata la qualifica di agente di pubblica sicurezza, mentre i due successivi comandanti assunti dal Comune erano sprovvisti di analoga qualifica. Va ricordato che nel 2007 (quando il ricorso era stato già depositato in tribunale), tra l’attuale amministrazione, da poco insediatasi, e Matè furono poste le basi per un accordo transattivo per una cifra tra i 70 e gli 80mila euro. L’accordo non fu mai perfezionato mentre la causa ha concluso il suo iter, con un aggravio di spese, per l’ente, allo stato attuale, di tre volte tanto.