Ascoli. Nuovo vertice in procura ad Ascoli Piceno fra gli inquirenti che sono a lavoro per svelare il mistero dietro l’omicidio di Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana uccisa lo scorso aprile in provincia di Teramo e il cui assassino resta ancora nell’ombra.
Questo pomeriggio i carabinieri sono entrati in procura, dove ad attenderli c’era il pm Umberto Monti. Sul tavolo gli elementi raccolti dai sopralluoghi, dalle numerose testimonianze, dalle verifiche ai tabulati telefonici della giovane mamma e di Salvatore Parolisi, marito della vittima. Si rimane in attesa di conoscere i risultati dell’esame cadaverico che sta per essere depositato da Adriano Tagliabracci, l’anatomopatologo di Ancona che si è occupato delle due autopsie sul cadavere di Melania. Secondo alcune fonti, a giorni le analisi dovrebbero essere finalmente rese note.
Nel frattempo, le attenzioni continuano a concentrarsi sul caporal maggiore del Reggimento Piceno, da sempre unico sospettato degli investigatori. Sembra, infatti, che Parolisi non sia tornato a lavoro come avrebbe dovuto, perché ancora in congedo. Non solo. Secondo alcune indiscrezioni l’uomo sarebbe stato visto a Folignano nel fine settimana, dove però sarebbe rimasto soltanto per poche ore. Pare infatti che il militare abbia confessato di non poter più vivere nella casa che divideva con la moglie. Nel frattempo, a sua difesa parla Walter Biscotti, il legale di Parolisi, che ha invitato gli inquirenti a indagare a 360 gradi se vogliono scoprire la verità sulla morte di Melania Rea “e non concentrarsi solo su Parolisi, anche se questa sembra la strada più comoda”.
L’avvocato ha inoltre sottolineato che “non esiste alcun memoriale che la difesa sta redigendo o vuole consegnare agli investigatori. Noi continuiamo a rimanere a disposizione degli inquirenti per qualsiasi necessità e abbiamo fiducia nella magistratura e nel ruolo che sta svolgendo in questa delicata vicenda”.
Non sembra inoltre previsto per il momento nessun interrogatorio del caporal maggiore.