Teramo. Non sarà sfuggito a chi percorre via Milli, la mattina verso le otto, lo strano assembramento di dipendenti provinciali che, da circa una settimana, stazionano davanti gli uffici della Provincia. Sciopero? Protesta contro l’annunciata riorganizzazione? Nulla di tutto questo. Sembra che, da lunedì, causa malattia dell’unico usciere dotato delle chiavi del portone principale, l’ingresso degli uffici di via Milli, che dovrebbe essere aperto verso le 7.30 (gli impiegati, infatti, timbrano dalle 7.45 in poi), rimane desolatamente chiuso fino alle 8.00/8.30, finché non arriva qualche altro impiegato che, entrando da un ingresso secondario (di cui pochi hanno le chiavi), non spalanca le porte alle decine di colleghi che attendono all’esterno.
Qualcuno, ironicamente, nei giorni scorsi ha anche affisso un cartello con scritto “chiuso per inventario del personale”, riferendosi, probabilmente, alle voci di riorganizzazione dell’Ente, ma quello che potrebbe essere un inconveniente che può accadere si sta trasformando in una farsa, visto che non si comprende come un ufficio pubblico possa rimanere sbarrato a causa dell’assenza di un singolo impiegato. Diverse le reazioni degli impiegati: chi se la ride, approfittando dell’inaspettata pausa per prendersi un caffè, chi invece si dimostra preoccupato per una situazione che certo non depone a favore dell’immagine di efficienza che una pubblica amministrazione.L’inconveniente, probabilmente, si risolverà con il rientro dell’usciere depositario delle chiavi del portone principale…… fino alla prossima assenza.
La replica del presidente della Provincia Valter Catarra. Per alcune mattine, il Palazzo della Provincia, è stato aperto con alcuni minuti di ritardo rispetto all’ora stabilita: alle 8/8.10 invece che alle 7.45. Uno spiacevole inconveniente, già verificatosi nel passato non recente. Questa volta, però, gli organi della Provincia hanno provveduto a segnalarlo ufficialmente ai dirigenti in maniera che l’episodio non abbia a ripetersi. Premesso che rispetto ai nodi organizzativi che stiamo affrontando questa mi pare, onestamente, cosa di ben poco conto. L’episodio, a quanto mi dicono, vanta precedenti degni di ben altra nota. Quanto accaduto, semmai, conferma quello che sosteniamo da mesi: ovvero la necessità di una seria riorganizzazione e il richiamo ad una più stringente cultura amministrativa. Riorganizzazione che noi non abbiamo ancora fatto e, quindi, non vedo come sia possibile mettere in relazione quanto accaduto con il nostro operato tanto più che per la prima volta si è provveduto a chiederne conto e a dare disposizioni affinché non si ripeta”.