La dura vita degli animali da circo: la lettera alle amministrazioni di Teramo e Penna S. Andrea

elefante-da-circoImmaginate una giovane elefantessa africana che chiameremo Dumba, per semplicità. Dumba “lavora” in un circo, è nuova nell’ambiente e ha bisogno di essere addestrata per eseguire alla perfezione l’esercizio di equilibrio su un asse posto a 50 centimetri di altezza.

Dumba ha paura e quella prova proprio non vuole superarla. Gli addestratori, provano, ci riprovano, una, due, tre volte, quando alla fine decidono che è arrivato il momento di agire diversamente. Le zampe della giovane Dumba cominciano ad essere colpite, con una forza sempre maggiore. E sanguinano, tanto.

Quella che abbiamo raccontato è solo una delle tante storie vissute dietro le quinte di quei magnifici tendoni colorati che spesso fanno tappa nelle nostre città. Un mondo, quello del circo, che ha da sempre attirato grandi e piccini, entusiasti nel vedere i clown con il loro siparietti divertenti e i giocolieri con le loro acrobazie. I piccoli rimangono, poi, stupiti dai numeri portati a perfetta esecuzione dagli animali. Cani, cavalli, dromedari, elefanti. E che dire poi, delle tigri e i leoni che si esibiscono accanto ai loro domatori?

Ma come nasce e, soprattutto, come si sviluppa questo rapporto “speciale” tra un animale considerato tipicamente “pericoloso”, abituato alle dure leggi della savana (anche se probabilmente qui non ha mai vissuto, ma è un carattere insito) e l’uomo? Ci sono versioni discordanti tra loro, tra i fautori del circo, che lo difendono a spada tratta, e coloro che si battono per la libertà degli animali.

Tra questi, un gruppo di cittadini teramani che ha deciso di inviare una nota alle amministrazioni comunali di Teramo e Penna S. Andrea, per tentare di sensibilizzare le istituzioni sul tema.

“Sono dispiaciuta” si legge nella lettera “nel vedere che continuate ad ospitare i circhi con gli animali. Stavolta, invece delle solite lamentele, ho deciso di allegare un dossier che spiega dettagliatamente come vengono trattati gli animali nei circhi e sono certa che non potrete rimanere indifferenti. Vi invito a prendere esempio dal Comune di Alessandria, che ha emesso un’ordinanza restrittiva sull’ingresso dei circhi in città. Non possiamo più tollerare questa forma di maltrattamento legalizzato. Attendo la vostra opinione in merito, grazie”.

E il dossier parla di sgabelli buttati “dritti sul muso” del leone o di forche contro le quali va a scontrarsi il “re della foresta” nel momento in cui cerca di aggredire il domatore indesiderato, di fruste e punzecchiature per difendersi dalle tigri, di barre di metallo utilizzate per “bastonare gli elefanti sulla testa con tutta la forza”.

L’altra faccia del patinato mondo del circo è questa, purtroppo. Con uomini che, certo, si trovano a difendersi dall’attacco degli animali “feroci”. Ma siamo sicuri che non sia il contrario? Chi si difende da chi? E chi sta facendo un qualcosa che va contro la proprio natura? L’animale o l’uomo? Il circo è bello perché porta gioia, allegria, divertimento, sorrisi. Ma se questo deve essere collegato ad un’atroce sofferenza per gli animali, allora è meglio un sorriso in meno e un clown pasticcione in più.

 

La replica di Antonio Fabri, sindaco di Penna Sant’Andrea. “Gentile signora, in relazione alla nota di protesta che si riscontra, La informo che il territorio del  Comune di Penna Sant’Andrea non ospita più circhi equestri da almeno una quindicina di anni. In questi giorni è presente un Circo a Villa Vomano, confinante con la nostra fraz. Val Vomano, ma  facente parte del Comune di Teramo, e forse da qui è nato l’equivoco”.

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