Va ricordato, infatti, che il fenomeno delle morti e dei danni alla salute causati nei bambini dimenticati nell’automobile dall’ipertermia non è raro.
Fra il 1998 ed il 2010, nei soli Stati Uniti d’America, sono state registrate dal Dipartimento di stato 497 morti di bambini per ipertermia, perché dimenticati nell’auto, con una media di 38 casi l’anno. Il 17 per cento di questi bambini è stato lasciato intenzionalmente in auto mentre il 51 per cento è stato dimenticato dai genitori. Nel 2011 sono già stati registrati altri 6 casi. La morte è dovuta alle altissime temperature che si raggiungono dentro l’abitacolo nell’arco di poche ore.
“In Italia mancano purtroppo”, si legge in una nota del Centro Studi sull’infanzia di Scerne di Pineto, “sistemi di rilevazione della casistica. Tuttavia, nelle testimonianze di medici e pediatri, i casi di bambini andati in ipertermia sono numerosi. Il nostro Paese dovrebbe investire di più sulla prevenzione di tali incidenti attraverso un’apposita legge e con specifiche azioni, come è già stato fatto in 31 Stati americani. Infatti, il bambino dimenticato in auto è una tipologia di incidente che può essere prevenuta”.
Ma come adottare sistemi di prevenzione? Basterebbe ad esempio dotarsi di un sistema di promemoria utile a segnalare al genitore la presenza del bambino in auto, come portachiavi intelligenti, peluche da posizionare sul seggiolino e da collocare al posto anteriore vicino al guidatore quando lo stesso è occupato dal bambino.
Si potrebbe procedere anche con l’installazione obbligatoria di sensori sui seggiolini che suonano l’allarme alla chiusura dei sportelli dall’esterno, qualora occupati dai bambini o la ridefinizione di norme del codice della strada sul posizionamento dei seggiolini di protezione.
“E’ stato statisticamente provato che, dopo l’introduzione degli airbag e la sistemazione dei bambini nei sedili posteriori”, prosegue la nota del Centro Studi, “il numero delle morti infantili per ipertermia è notevolmente aumentato in quanto il genitore, non vedendo direttamente il bambino, dimentica più facilmente la sua presenza. Accorgimenti che segnalino la presenza del bambino sono fondamentali per mettere in sicurezza i piccoli, anche dai vuoti di memoria che potrebbero colpire l’adulto che li trasporta”.
Il Centro Studi Sociali sull’Infanzia e l’Adolescenza è una struttura per la ricerca, la formazione, la progettazione sociale, realizzata dall’Associazione “Focolare Maria Regina onlus. Dall’anno 2004 a tutt’oggi, ha svolto, annualmente, un’intensa attività di formazione e di progettazione, quali i convegni annuali, i corsi di formazione per operatori di contrasto alla violenza, convegni, workshop e seminari in materia sociale, corsi di formazione per gruppi svantaggiati, collaborazione come partner a progetti europei. Sono stati formati oltre 1000 operatori del settore sociale, sanitario, educativo, legale con corsi in sedi di enti pubblici e privati e, soprattutto, nella sede operativa di Scerne di Pineto.