Nato a Modena il primo maggio 1925, entrò nella Casa Madre della Congregazione Società San Paolo ad Alba (Cuneo) il 25 agosto 1947, a cinque anni di distanza dall’incontro con il fondatore, il beato don Giacomo Alberione, e venne consacrato sacerdote a Roma nel gennaio 1951.
Nel 1985 venne nominato esorcista della diocesi di Roma da parte del Cardinale Ugo Poletti, ruolo che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Lo scorso 8 settembre don Amorth è stato insignito della “Medaglia della Liberazione” dal Prefetto di Roma, alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti, per l’importante ruolo svolto nella lotta partigiana in Emilia dopo l’8 settembre 1943. Padre Amorth ha svolto numerosi incarichi nella Società San Paolo. È stato tra l’altro formatore dei giovani aspiranti religiosi paolini, professore di liceo, Delegato della Provincia Italia, animatore spirituale di diversi istituti laicali della Famiglia Paolina e giornalista. Dotato di una penna brillante, è stato infatti per molti anni direttore del mensile Madre di Dio e storico collaboratore di Famiglia Cristiana, Credere, Telenova e Radio Maria. Nel corso degli anni padre Amorth ha pubblicato numerosi libri con il Gruppo Editoriale San Paolo, tra cui Dio più bello del diavolo, considerato suo testamento spirituale e umano: una confessione che spazia dal tema del Bene e del Male, a quello della felicità e della speranza, fino a toccare argomenti come il potere dei media, della Massoneria e delle sette.
Per diversi anni padre Amorth ha soggiornato, nei mesi estivi, a Pietracamela, in provincia di Teramo, dove si trova una casa vacanze dei Paolini, celebrando messa, il giorno di ferragosto, nella piccola cappellina immersa nei boschi in località Prati di Tivo.
Chi ha avuto la fortuna di incontralo in quelle occasioni lo descrive come una persona gentile e bonaria, a dispetto dell’aspetto austero e del suo ruolo di esorcista, che poteva incutere qualche timore in chi lo approcciasse per la prima volta.
E Pietracamela doveva avere un posto speciale nel suo cuore, se padre Amorth la citava anche in interviste per sottolineare la carenza di vocazioni in Italia e il super lavoro di alcuni parroci, costretti a portare avanti anche cinque parrocchie.
Un affetto che, si spera, la cittadina montana vorrà ricambiare, magari dedicando a padre Amorth un momento di ricordo, proprio nel luogo dove amava riposarsi.