Giulianova. Una pista ciclopedonale in parte inghiottita dal fiume Tordino, un argine, quello nord, da ricostruire in fretta, una foce da risistemare per impedire che l’acqua defluisca solo in direzione Cologna. Il movimento politico “Progresso Giuliese” di Giulianova si rivolge alla Provincia e alla Regione affinché varino un piano di intervento immediato per ripristinare lo stato delle cose nell’ultimo tratto del fiume Tordino.
La piena che si è registrata nei primi tre giorni del mese di marzo ha inghiottito una parte della pista ciclopedonale, quella immediatamente a ridosso del camping Tam Tam. L’argine del fiume di fatto non esiste più e il Tordino lambisce un vecchio fabbricato abbandonato. “Una nuova piena”, ha spiegato il capogruppo di Progresso Giuliese Massimo Maddaloni, “potrebbe causare danni molto seri. Mi auguro che gli enti a cui ci siamo rivolti possano prendere in considerazione la problematica che appare piuttosto seria. Vogliamo in pratica che si ricostruisca l’argine nord, che il fiume Tordino torni in pratica nel suo vecchio alveo che però va ricostruito. Altrimenti davvero le strutture che si trovano a ridosso del corso d’acqua rischiano di essere spazzate vie in caso di una nuova alluvione”.
Chiaro anche il fatto che bisognerà ricostruire la pista ciclopedonale che secondo il consigliere comunale Gianfranco Francioni ha rappresentato sempre un fiore all’occhiello, oltre ad essere quel collegamento naturale tra il territorio di Giulianova con quello di Roseto grazie al ponte di legno sul Tordino che unisce il quartiere Annunziata con Cologna Spiaggia. Francioni sollecita in modo particolare l’assessore ai lavori pubblici della Provincia Elicio Romandini che in questi giorni si è dato molto da fare su tutto il territorio per valutare i danni subiti e gli interventi da attuare. “Vorremo che Giulianova non venisse dimenticata”, ha puntualizzato Francioni, “nel senso che si tenga conto della situazione che c’è qui nell’ultimo tratto del Tordino. E poi sarebbe opportuno riaprire la foce del fiume, ostruita da una darsena naturale di detriti trasportati dalla piena degli inizi di marzo. Quello che chiediamo è solo l’apertura frontale, lasciando inalterato il cordolo di ghiaia che rappresenta in pratica un braccio naturale a protezione dell’arenile giuliese che nella zona sud è sottoposto al fenomeno erosivo”.
Ma a proposito di erosione Progresso Giuliese chiederà al Genio Civile per le opere marittime della Regione di valutare l’ipotesi di un intervento strutturato con dei pennelli perpendicolari o con delle scogliere, tra via Lepanto e via dei Pioppi, per contrastare le correnti marine che negli ultimi 7 anni hanno eroso oltre 100 metri di arenile fronte mare.
Lino Nazionale