Pescara. Due fratelli marocchini e tre italiani residenti a Montesilvano sono stati tratti in arresto dalla Guardia di Finanza con l’accusa di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Un’indagine estesa a livello provinciale che ha preso avvio un anno fa: il “braccio operativo” guidava la rete anche dal Marocco.
“Operazione sorgente”: questo il nome dell’indagine del nucleo di polizia tributaria che, guidata dal colonnello Mauro Odorisio, si è conclusa all’alba di questa mattina dopo un anno di classiche operazioni di appostamento, pedinamento e intercettazioni telefoniche. La sorgente ha preso a scorrere ad aprile scorso, durante l’azione investigativa della Finanza su alcuni presumibili spacciatori e trafficanti, “ma grazie ad indizi importanti”, ha spiegato in conferenza stampa Odorisio, “si è aperta una informativa di reato che ha portato il sostituto procuratore Gennaro Varone ad autorizzare le intercettazioni telefoniche”. Intercettazioni che hanno portato le indagini fino in Marocco; in nord Africa era stato, infatti, rimpatriato il “braccio operativo”, il trentasettenne Mohammed Raiani, trovato il 29 giugno 2010 sprovvisto di regolare permesso di soggiorno, quindi espulso. Ma in Italia aveva lasciato una partita di 2 chili e mezzo di droga, hashish e marijuana, ancora nascosta e da piazzare; cosicché nelle intercettazioni dei giorni seguenti gli investigatori hanno sentito il Raiani parlare con il fratello trentunenne Abdellah, e quest’ultimo essere contattato da consumatori e altri spacciatori. Si arriva, quindi, al primo luglio, quando Abdellah viene arrestato a Ripa Teatina e nel giardino di casa viene rinvenuta la partita di droga, nascosta in un piccolo serbatoio di cemento.
La quantità sequestrata avrebbe fruttato sul mercato circa 25mila euro; ma le indagini non si sono fermate, proseguendo dalla sorgente alla costa: collegati ai due marocchini, sono stati tratti in arresto tre spacciatori residenti a Montesilvano, “tutti ben noti alle forze dell’ordine”, ha commentato il colonnello Odorisio, accusati di aver spacciato nell’ultimo anno cocaina ed hashish lungo le località dell’intera costa abruzzese. Sono il ventunenne di Ortona Damiano Canale, l’unico ad essere mantenuto agli arresti domiciliari perché riconducibile allo spaccio di minime quantità, appena ieri uscito da una comunità di recupero per tossicodipendenti, “Il tipico piccolo galoppino”; la casertana trentasettenne Anna Maria Fatigati, condotta nel carcere di Chieti, mentre i tre figli di 4, 7 e 10 anni, trovati al momento dell’arresto nella stessa abitazione in condizioni di forte degrado sono stati affidati ad un familiare; direttamente nel carcere di San Donato è stato, invece, notificato l’arresto per il 32 atriano Ivano Matticoli, compagno plurirecidivo della Fatigati, arrestato già il 7 agosto e il 17 marzo scorsi. Nel corso di questi tre arresti non è stata rinvenuta alcuna quantità di stupefacenti, ma a confermare l’attività di spaccio c’è, oltre ai precedenti, il ritrovamento degli abituali bilancini da confezionamento: “Nulla di nuovo sotto questo cielo”, ha concluso Odorisio. Impossibile, al momento, effettuare l’arresto per Abdellah Raiani, ancora irreperibile in terra marocchina.
Il video degli arresti all’alba di questa mattina
Daniele Galli