Nei guai sono finiti tri cittadini del Bangladesh, e 7 italiani, tra professionisti, artigiani e imprenditori del comprensorio (Sant’Omero, Civitella del Tronto, Tortoreto e Ascoli Piceno). I dieci denunciati devono rispondere dei reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina finalizzata all’ingiusto profitto e falso ideologico. In pratica, si tratta delle stesse accuse che avevano prodotto, nel mese di gennaio, tre misure cautelari, firmate dal gip del tribunale di Teramo, a carico di Roberto Di Francescantonio, consulente del lavoro, e di Francesco Aquilani, revisore dei conti, entrambi di Civitella del Tronto, e di un cittadino del Bangladesh, sospettato di essere l’anello di congiunzione tra gli stranieri da regolarizzare e coloro che avrebbero dovuto perfezionare l’operazione. La fase conclusiva dell’indagine, svolta dai carabinieri, ha consentito di stabilire che le dieci persone denunciate erano a conoscenza delle pratiche fittizie seguite per regolarizzare gli stranieri, e che loro stessi avevano inviato al ministero la documentazione relativa ai flussi di extracomunitari, che risultavano essere alle loro dipendenze. Nello specifico, si tratta di una cinquantina di pratiche irregolari.