Teramo. Omicidio Fadani: i tre rom coinvolti nell’assassinio dell’imprenditore di Alba Adriatica saranno processati con il rito abbreviato. E’ questa la richiesta dei legali dei cugini Levakovic (Elvis e Danilo) e di Sante Spinelli, accusati di omicidio volontario, che questa mattina sono comparsi davanti al gup, Giovanni De Renzis, per l’udienza preliminare relativa all’omicidio di Emanuele Fadani, aggredito e ucciso nel novembre del 2009. La richiesta di fruire del rito alternativo (che prevede una fase processuale molto più rapida e uno sconto di pena) è stata accolta dal gup, che ha anche definito le richieste di costituzione di parte civile durante il processo: la richiesta è stata accolta per i familiari di Emanuele (madre, fratello, ex moglie e figlia, assistiti dall’avvocato Gabriele Rapali) e dell’amico Graziano Guercioni (che era assieme a Fadani nella notte dell’aggressione mortale), mentre è stata respinta identica richiesta avanzata dal Comune di Alba Adriatica.
In aula, oltre ai tre imputati (Danilo ed Elvis Levakovic che sono in carcere e Sante Spinelli ammesso agli arresti domiciliari), erano presenti i familiari di Emanuele Fadani e i componenti dell’associazione Per non dimenticare, che indossavano una maglietta con su scritto “il tuo sorriso per non dimenticare”. Il processo vero e proprio, che si celebrerà con il rito abbreviato, prenderà il via il 5 aprile (le repliche e il verdetto sono attesi per il 19 aprile). “ Hanno scelto una scorciatoia” ha spiegato Fabrizio Fadani, fratello di Emanuele, “ ma ci auguriamo una sentenza giusta e pesante”. “ Guardando quelle facce” ha aggiunto l’ex moglie dell’imprenditore di Alba, “ ho pensato solo a mia figlia”. “Nutriamo un discreto ottimismo nei confronti della magistratura”, ha sottolineato questa mattina Daniele Foglia, portavoce dell’associazione, “ma moralmente ci sentiamo handicappati per l’esclusione del Comune, perché è come se si discreditasse la sicurezza della collettività”. Poi Foglia fa un riferimento a quelli che sono i rapporti con la comunità rom di Alba: “I rapporti sono sempre stati tranquilli, ma solo perchè noi siamo stati molto tolleranti, certo non perché loro si comportano in maniera pacifica. Aspettiamo le fasi del procedimento, poi porteremo avanti un’azione collettiva ad Alba per verificare la situazione di fatto e se loro realmente vogliono integrarsi nel contesto. Noi vogliamo tornare a camminare tranquillamente per le strade”.