L’operazione, condotta congiuntamente dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Teramo e dai funzionari del Servizio ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro di Teramo, ha portato alla chiusura dello stabilimento a seguito di provvedimento di sospensione dell’attività di impresa.
Più in particolare, l’operazione ha permesso di individuare 9 operai impegnati nelle diverse fasi della lavorazione: grazie alla collaborazione dei funzionari della Direzione Provinciale del Lavoro, è emersa l’irregolarità della posizione del datore di lavoro, che non è stato in grado di documentare la regolare presenza sul posto dei 9 lavoratori, tutti italiani e singolarmente identificati.
Di fronte alla palese violazione dei requisiti di legge, la Direzione Provinciale del Lavoro ha proceduto a emanare il provvedimento di sospensione dell’attività d’impresa.
Poiché, inoltre, la ditta controllata era completamente sconosciuta al fisco, l’attività ispettiva prosegue sotto il profilo fiscale per quantificare il debito d’imposta, individuare altri soggetti eventualmente coinvolti ed eventualmente procedere all’adozione di conseguenti provvedimenti sanzionatori.
Il fenomeno del “lavoro irregolare”, rendono noto gli agenti, è l’espressione di un malessere che ha riflessi negativi sulla parte buona dell’economia, ma colpisce anche gli stessi lavoratori come vittime, spesso inconsapevoli, perché privi di ogni forma di tutela finalizzata a preservare la loro condizione.
Questa esigenza ha promosso a livello centrale la stipula di un “Protocollo d’Intesa” denominato “Convenzione per la Cooperazione stipulata fra il Comando Generale della Guardia di Finanza e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali finalizzata al contrasto dei fenomeni di criminalità connessi allo sfruttamento del lavoro e dell’occupazione illegale dei lavoratori” , immediatamente recepito ed attualizzato dai responsabili provinciali.