Di seguito la lettera integrale inviata al presidente della Regione Abruzzo:
“Gent/mo Presidente,da notizie stampa di oggi, apprendiamo che ancora una volta all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio Regionale di ieri 25 gennaio ’11 , era stata posta la modifica della legge regionale sul commercio attualmente in vigore, in materia di orari di apertura delle attività.
Da quando il 16 luglio 2008, con il governo regionale di Centrosinistra, fu approvata la nuova normativa sul commercio – che, tenendo conto di quello che offre il mercato legislativo nazionale e regionale ai nostri tempi, riteniamo sia una buona legge – non bastano le dita di una mano per contare quante volte la parte che regola gli orari sia stata cambiata! I cambiamenti in oggetto sono avvenuti sia in modo restrittivo, con proposte aperte che hanno coinvolto anche le associazioni di categoria del settore interessato, sia con modifiche improvvisate su iniziativa di singoli Consiglieri, con inserimenti di emendamenti all’interno di altre leggi, che nulla hanno a che fare con il settore distributivo, a volte con raid e blitz notturni , che solo chi li aveva proposti e firmati conosceva.
Una recente modifica sugli orari la si è fatta con l’approvazione dell’ultima finanziaria a fine dicembre 2010, riportando le aperture domenicali per la grande distribuzione ad un massimo di 35 (trentacinque) giornate l’anno.
Mentre i Comuni interessati già si stanno attivando a riconvocare le conferenze di servizi, per rimodulare i calendari per il 2011, apprendiamo che la materia possa ancora essere oggetto di modifica. Solo per un mancato accordo tra le forze politiche in Consiglio in data di ieri, queste modifiche non sono state approvate, tiritera che si ripete a cadenza sistematica nell’ultimo decennio quando trattasi di legge sul commercio.
Gent/mo Presidente, non le pare che sia giunta l’ora una volta per tutte di mettere la parola fine a questa tela di Penelope? Oppure bisogna aspettare che torni Ulisse per riportare le cose nella logica e nella correttezza? Le metto in evidenza che il nostro settore in tutte le sue forme, sia esso medio, piccolo o grande, ha bisogno di certezze normative , soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Tali certezze sono necessarie e indispensabili al fine di poter programmare correttamente e al meglio la gestione delle attività, che una normativa alquanto ballerina non aiuta certamente a realizzare.
Riteniamo che, in materia di orari di apertura del settore distributivo, sia giunto il momento di stabilire una volta per tutte se questi, in merito alle festività, debbano essere restrittivi – e se così deve essere non si può andare oltre le 35 (trentacinque) giornate l’anno – o se si debbano liberalizzare – e di conseguenza chi ha l’onere di governare liberalizzasse!
Così almeno gli operatori del settore sapranno che dovranno organizzare le proprie attività solo in base alle stagioni e all’andamento del clima e non in base alla legge”.