Martinsicuro, droga: arrestato il Kakà dello spaccio

carabinieri-posto_di_bloccoMartinsicuro. Arrestato più volte, destinatario di un provvedimento di espulsione, ma incurante di tutto questo gravitava ancora a Martinsicuro, ospitato in casa da un conoscente, dove gestiva un traffico di sostanze stupefacenti. Anzi, i carabinieri ritengono che fosse uno dei canali attraverso i quali viaggiava l’eroina in arrivo da Napoli, collocata poi sul mercato locale.

I carabinieri del nucleo operativo di Alba Adriatica, al termine di una breve indagine, hanno arrestato un giovane algerino, Maher Gazzeh, 20 anni, conosciuto nel mondo della tossicodipendenza, con il soprannome di Kakà. Il giovane è stato arrestato, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare firmato dal gip del tribunale di Teramo, Giovanni De Renzis, e deve rispondere dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti e violazione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina. Il giovane, in precedenza, era stato già coinvolto in un’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), mentre nello scorso mese di settembre, era stato arrestato dai carabinieri di Martinsicuro, dopo un blitz compiuto in un appartamento di via Capri, occupato abusivamente dall’algerino e da altri extracomunitari. Da lì era scattato un decreto di espulsione dal territorio italiano, ma il 20enne continuava a rimanere in zona, seppur utilizzando una serie di accortezze, per non essere intercettato. Secondo i carabinieri, infatti, lo spacciatore era diventato un anello di congiunzione tra i grossi spacciatori campani di eroina, e il mercato locale. Per collocare la merce, Gazzeh si sarebbe servito di piccoli spacciatori del posto, soprattutto magrebini, e solo in casi eccezionali, dietro specifiche richieste telefoniche, era lui stesso a cedere le dosi. I carabinieri del nucleo operativo, che ne avevano localizzato la presenza in un appartamento di copertura, a Martinsicuro, di proprietà di un italiano al momento irreperibile, hanno rimesso un rapporto alla procura, con l’identificazione di una quindicina di tossici che in qualche modo avevano avuto contatti con la piccola organizzazione assemblata dal giovane. Elementi, questi, che hanno favorito l’emissione di un provvedimento cautelare nei suoi confronti.

 

 

 

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