Giulianova, quale futuro per l’Istituto Gualandi?

gualandiGiulianova. L’ex ipab – Istituto Gualandi per sordomuti e sordomute di Giulianova (oggi Fondazione Gualandi a favore dei sordi) dovrebbe chiudere a breve secondo quando annunciato dal Presidente e dal suo vice dell’ENS- Ente Nazionale Sordi di Teramo, rispettivamente Donato De Flavis e Stefania D’Alessandro. Un altro pezzo di storia scompare a Giulianova e rimane incerto il futuro dell’imponente struttura.

La chiusura dell’istituto sarebbe dovuta alla mancanza di vocazione dei Padri della Piccola Missione per i Sordomuti che fin dai primi anni del 1900, all’istituto Gualandi di Giulianova, hanno accompagnato nella crescita generazioni di ragazzi. Sono pochi infatti i sacerdoti e i religiosi in grado di parlare e interpretare il linguaggio Lis. Un cittadino giuliese, Walter De Berardinis, ha deciso si scrivere di suo pugno una lettera indirizzata al Vescovo Michele Seccia, ai sindaci di Giulianova e Notaresco e ai rappresentanti dell’ENS. Nella missiva si ricorda che la struttura di via Grasmci è stata costruita sui terreni donati da Donna Concetta de’ Marchesi Castiglione, vedova dell’avvocato Pio De Berardinis. Infatti, il 1 maggio del 1914, la settantatreenne marchesa de’ Castiglione-De Berardinis vergò di suo pugno il testamento olografo (tuttora conservato nell’Archivio dell’Istituto Gualandi di Giulianova) mediante il quale si destinò ogni suo bene (terreni e immobili) al nascente Istituto Gualandi di Giulianova. Patrimonio ereditato dal marito Pio (1834-1887. Avvocato e politico, si divideva tra Giulianova e Notaresco per via dell’incarico di vicepretore mandamentale. A Notaresco fu anche consigliere comunale e delegato scolastico) e successivamente dal figlio, Vincenzo Camillo (1870-1899. Giovane studente di legge, scomparso prematuramente).
“Con la presente – ha scritto De Beradinis – non voglio entrare nel merito delle decisioni della Fondazione Gualandi, anche perché oggi è privata, però la fine di questa storia centenaria mi lascia l’amaro in bocca. Dalla cospicua donazione delle famiglie De Berardinis-de’ Marchesi Castiglione, in tutti questi anni, nessuno ha mai avuto la sensibilità (religiosi, istituti e le amministrazioni pubbliche) di intitolare una via, una piazza, un luogo dell’edificio (vedi Università di Scienze del turismo o il nascente campo di calcio) alla cara memoria di questa sfortunata famiglia. Spero, prima che scenda definitivamente l’oblio su Pio e Vincenzo Camillo De Berardinis e Donna Concetta de’ Marchesi Castiglione, quest’ultima vera benefattrice dell’Istituto, che le varie istituzioni da me citate si adoperino per rendere giustizia alla loro memoria”.

 

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